Da lunedì 15 aprile la sede
dell’Archivio Storico di via Fissiraga rimarrà chiusa al pubblico.
La decisione
dell’Amministrazione scaturisce dal parere del Dirigente della Direzione
organizzativa 3 del Comune di Lodi, basato sui risultati della relazione
prodotta dalla Posizione organizzativa Servizi culturali che ha preso atto a
sua volta della perizia commissionata al Responsabile del Servizio di
Prevenzione e Protezione del Comune di Lodi in cui vengono evidenziate problematiche
impattanti sia sotto il profilo della conservazione del patrimonio documentario
dell’Archivio sia della sicurezza del personale e degli utenti, in particolare:
- mancato funzionamento degli
impianti di rilevazione fumi e antincendio;
- assenza di impianto
antintrusione;
- impianto elettrico obsoleto di
cui non è possibile stabilire la conformità alle norme;
- infiltrazioni di acqua;
- umidità del magazzino di
deposito pari all’80% circa (valore decisamente superiore rispetto a quello
tollerato dai supporti documentari);
- uscite di sicurezza non a
norma;
- rampe di raccordo tra i locali
eccessivamente inclinate e sdrucciolevoli;
- montacarichi guasto.
L’Amministrazione comunale si
impegnerà a garantire la fruibilità dei documenti che potranno essere messi a
disposizione del pubblico per la consultazione con modalità che verranno
stabilite nelle prossime settimane.
“Ci siamo immediatamente attivati
per individuare una nuova idonea collocazione per il prezioso materiale
conservato - dichiara il vicesindaco e assessore alla Cultura Lorenzo Maggi -.
Non è facile trovare uno spazio corredato di tutte le caratteristiche di
sicurezza necessarie per accogliere circa 3,5 chilometri lineari di
documentazione che fino ad oggi erano ospitati in locali di 1000 metri quadrati
di ampiezza, ma confidiamo di trovare una soluzione anche provvisoria nel minor
tempo possibile. La chiusura della sede dell’Archivio al pubblico è stata una
scelta che non avremmo mai voluto compiere e che tuttavia risulta inevitabile,
viste le gravi carenze strutturali che per anni non sono state sanate e la
necessità di tutelare gli utenti e mettere in sicurezza il patrimonio
documentario”.
Lodi, 2 aprile 2019.