Il Comune di Lodi promuove la mostra omaggio a Felice Vanelli "La pittura asprigna di Felice Vanelli dei primi dieci anni", ospitata nell’Atrio della Banca Centropadana e curata da Tino Gipponi. Un attraversamento esistenziale condiviso da trepide aspirazioni, vagheggiati propositi e minime certezze.
Vanelli, scomparso nel luglio 2016, è nato con la dote d’artista sin dai suoi giovanili rudimenti e vocato a questa passione con decisa caparbietà e impegno; possedeva una naturale predisposizione al disegno, dote considerata preminente della forma, con una capacità rara, poco riscontrabile nella sua generazione. La forma che esprime le idee, nel senso che le idee non sono concetti, ma visione che si traduce nell’efficacia espressiva del contenuto.Un disegno il suo che progredendo si era fatto meno convenzionale e meno accademico, con un plasticismo scorciato per acquisire l’individua connotazione della personalità distintiva, tenendo fermo il principio fondamentale del disegno come conoscenza della forma, quindi vera disciplina di base di vasariana memoria, e che oggi sembra non essere più presa in considerazione.Vanelli era artista generoso per l’impegno lavorativo e altrettanto d’animo.
Affreschista di notevole qualità e padronanza tecnica probativa, lontano dal gusto del tempo e dalla voga delle mode, senza essere arcaico, ma convinto nell’irrinunciabilità degli eterni modelli, manifestava evidente la poggiatura allo stile michelangiolesco.
Affreschista per dire arte sacra, quel colloquiare con i pennelli sui sacri testi. Rinzaffo, arriccio, acqua e terre per le “giornate” con i risultati in numerose chiese da lui decorate, essendo stata la Chiesa la maggior committente di sempre e conservatrice nel tempo di capolavori, da non più considerare nella funzione di biblia pauperum come in origine concepiti, ma per gli assoluti valori artistici tramandati nei secoli.
La rassegna esposta nella sede della Banca Centropadana è volutamente, anche per lo spazio ridotto, circoscritta a venticinque opere dagli anni Sessanta ai Settanta, i suoi iniziali anni del mestiere di pittore. Una vissuta testimonianza con una serie di ritratti, la dedizione alla figura più le nature morte compositivamente un po’ affastellate, ma già di immediata sbrigatività pur in presenza di tracce di acerbità. Vanelli non ha mai consapevolmente amato il paesaggio, perché il suo cromatismo era più di contrasto con colori aciduli, dissonanti, talvolta aspri. Osservando questi quadri l’implacabilità del passato con l’invasione dei ricordi rende l’assenza dell’amico un’acuta presenza. Felice Vanelli, un solitario con fermezza di propositi e irrinunciabile coerenza artistica sino alla fine.
Orari d'apertura.
da lunedì a venerdì dalle ore 10.00 alle ore 20.00
sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 19.30
Dal 3 al 25 febbraio 2018, presso l'atrio della Banca Centropadana Credito Cooperativo, in Corso Roma 100
Inaugurazione sabato 3 febbraio alle ore 17.30.
(26/01/2018)