I PRETACCI DI CANDIDO CANNAVO' PER L'EVENTO DI APERTURA DELL'EDIZIONE 2008 DI LODI AL SOLE
"Non sapremo mai ciò che la medicina ha perso, visto che il giovane Cannavò ha deciso di diventare giornalista, ma sappiamo quanto ci ha guadagnato lo sport e noi con lui".
Parola di Gianni Agnelli, e miglior presentazione non potrebbe esserci per l'ospite dell'evento di apertura dell'edizione 2008 di Lodi al Sole.
Candido Cannavò sarà infatti protagonista del primo incontro della sezione Libriamoci della rassegna di eventi estivi, in programma mercoledì 18 giugno (ore 21.00, cortile di Palazzo dei Filippini, corso Umberto I), nel quale il grande giornalista sportivo (ma non solo) presenterà il suo ultimo libro, Pretacci, in cui dipinge la realtà dei sacerdoti "da marciapiede", uomini coraggiosi e per molti versi ribelli, che hanno scelto di compiere la loro missione sulla strada, in difesa, senza se e senza ma, della dignità dell'individuo.
Giornalista e scrittore, Candido Cannavò è nato a Catania il 29 novembre del 1930.
Ha iniziato l'attività di giornalista a 19 anni nella redazione del quotidiano della sua città, La Sicilia, occupandosi di sport ma anche di problemi sociali e di costume.
Dal 1952 al 1955 ha ricoperto la carica di presidente del Cus Catania.
Nel 1955 è stato ingaggiato come corrispondente dalla Gazzetta dello Sport, dove successivamente è diventato inviato speciale, occupandosi, tra l'altro, di numerosi campionati mondiali di calcio, di 10 olimpiadi e di molti Giri d'Italia.
Della Gazzetta è quindi diventato prima vicedirettore (nel 1981), poi condirettore e infine, nel 1983, direttore responsabile, succedendo a Gino Palumbo.
Ha guidato il quotidiano fino al 2002. Sotto la sua guida, La Gazzetta è diventata il più diffuso quotidiano sportivo d'Europa, consolidando inoltre il primato di quotidiano italiano più venduto, grazie anche a innovazioni come l'apertura del sito internet e la pubblicazione del settimanale Sportweek. Oggi è opinionista (sempre per La Gazzetta) e cura la rubrica Candidamente. Il suo impegno (non solo a livello professionale) è sempre andato al di là dello sport. Da sempre si è occupato dei problemi della società, soprattutto della sua terra, e da quando ha smesso di dirigere la Gazzetta dello Sport ha pubblicato due romanzi che narrano la situazione delle prigioni italiane e quella dei disabili.
Nel 1996, durante i Giochi di Atlanta, il Cio gli ha conferito l'onorificenza dell'Ordine Olimpico. Nel 1998 ha ricevuto il prestigioso Premio Ischia per il giornalismo.
Il suo primo libro, il best seller Una vita in rosa. Cinquant'anni di personaggi, avvenimenti, incontri, storie (romanzo autobiografico sull'attività svolta alla Gazzetta), ha ottenuto nel 2003 il Premio Cianciano, sezione autobiografia, e il secondo, Libertà dietro le sbarre, nel 2004 ha ricevuto un riconoscimento speciale nell'ambito del premio letterario e giornalistico Ernest Hemingway. Nel 2005 è uscito E li chiamano disabili.
(16-06-2008)