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Fiume Adda, escursione per valutare la navigabilità

L'attracco per le imbarcazioni da utilizzare per la navigazione turistica dell'Adda nel tratto di Lodi potrebbe essere realizzato sulla sponda destra del fiume, a valle del ponte Napoleone Bonaparte, in prossimità del Parco dell'Isola Bella. E' questa l'ipotesi emersa nel corso dell'escursione effettuata nella mattinata odierna per iniziativa del Consorzio Navigare l'Adda, con la partecipazione del presidente del sodalizio, Carlo Pedrazzini, dell'assessore comunale alle politiche per il fiume, Enrico Brunetti, di alcuni consiglieri comunali e di rappresentanti della società Canottieri Adda, dalla cui sede fluviale, sulla sponda sinistra, ha preso il via l'itinerario, con destinazione Cavenago, per poi risalire la corrente verso il ritorno Lodi.
 
"La struttura dell'imbarcadero è già pronta - spiega l'assessore Brunetti - ed il Consorzio la metterebbe generosamente a disposizione della città, per promuovere la navigazione del fiume a scopo turistico e didattico. Si tratta di una prospettiva a cui l'amministrazione comunale guarda con particolare favore, perché contribuirebbe a valorizzare considerevolmente un patrimonio ambientale e ricreativo importante come quello costituito dall'Adda e dall'intero l'ambito perifluviale, in linea con le iniziative realizzate in questi anni, che partendo dal potenziamento della difese spondali e dagli interventi di messa in sicurezza del tratto urbano del fiume dal rischio di esondazioni si ponevano anche l'obiettivo di trasformare il fiume in una presenza viva e di ricollocarlo al centro dell'attività ricreativa e di socializzazione della città".
 
Concordi sull'opportunità di concretizzare questo scenario, Consorzio Navigare l'Adda e Comune di Lodi svilupperanno nei prossimi mesi le soluzioni tecniche più appropriate per giungere alla definitiva individuazione del punto di attracco delle imbarcazioni:
 
"Il Consorzio - anticipa l'assessore Brunetti - si farà carico della progettazione e sulla base delle soluzioni che verranno indicate l'amministrazione comunale supporterà l'iniziativa curando gli aspetti legati alle autorizzazioni".
 
"Se oggi torniamo a parlare di navigabilità dell'Adda e di un fiume che può essere una risorsa per la città - ribadisce Brunetti - è grazie agli ingenti sforzi economici ed organizzativi messi in campo in questi anni per mettere al sicuro gli insediamenti residenziali e produttivi della fascia rivierasca, che in occasione della terribile esondazione del novembre 2002 vennero sommersi dalle acque. Le opere che abbiamo realizzato garantiscono infatti la tenuta delle difese anche in caso di eventi di caratteristiche analoghe, per portata e livello del fiume, a quelle da primato storico registrate 10 anni fa. L'efficacia di questi interventi è stata peraltro già verificata, per esempio in occasione della piena del novembre 2010, quando l'Adda raggiunse a Lodi un'altezza di 68 centimetri sopra la zero idrometrico, in presenza di una portata che nelle condizioni precedenti avrebbe determinato un innalzamento sino a quasi quota 1 metro. La stessa soglia di pre allerta di 90 centimetri, stabilita dal Piano di Emergenza Comunale, assume ora un diverso significato, perché le condizioni dell'Adda nel tratto urbano sono attualmente tali che per raggiungere quella soglia sarebbe necessaria una portata del fiume ben superiore a quanto avveniva in passato".
 
A proposito di eventuali situazioni di emergenza, l'assessore Brunetti coglie l'occasione per chiarire che i tempi di installazione delle paratie mobili che servono a tamponare le aperture verso il fiume lungo l'argine in sponda destra a valle del ponte sono perfettamente in linea con le previsioni dei protocolli di intervento in caso di rischio idraulico:
 
"Durante l'esercitazione di protezione civile svoltasi domenica mattina, le paratie sono state montate in meno di un'ora e mezza, compresi i tempi di prelievo dai magazzini e di trasporto sul lungo fiume: si tenga conto che il tamponamento delle aperture si rivelerebbe necessario in presenza di un livello delle acque da emergenza conclamata, sopra i 2,30 metri oltre lo zero idrometrico, dopo le fasi di pre-allarme (90 centimetri) e di allarme (1,30 metri), mentre nel tratto in questione la sponda destra ha un'altezza naturale corrispondente al colmo della piena del 2002 (che superò abbondantemente i 3 metri sopra lo zero idrometrico), con un franco di sicurezza che il nuovo muretto di innalzamento e le paratie hanno aumentato di ulteriori 50 centimetri. Più a valle, l'andamento della sponda aveva un profilo maggiormente declinante, quindi più esposto alle acque, ed in questa zona l'argine in terra è stati infatti innalzato di 90 centimetri".
 
(22-10-2012)
 


Ultima Modifica: 25/05/2022