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Dal 27 novembre al 14 gennaio 2026
In Fondazione Bipielle
Da lunedì a giovedì dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 16.30
Venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 16.00
Sabato, domenica e festivi chiuso
INGRESSO LIBERO
Inaugurazione giovedì 27 novembre - ore 17:00
“Arte in Atrio” è il titolo della rassegna artistica proposta dalla Fondazione Banca Popolare di Lodi nella sua sede operativa situata nello Spazio Tiziano Zalli, la piazza interna del Centro Direzionale Bipielle progettato da Renzo Piano. L’atrio della sede si propone come una vetrina espositiva dedicata agli artisti, aperta al pubblico.
Si occupa di arte elettronica a livello teorico e pratico. Laureata in Filosofia con Francesco Piselli alla Cattolica di Milano, dal 1995 inizia la ricerca su ‘arte in rete’ presso il Dipartimento di Informatica di Milano e dal 1999 al Polo Didattico e di Ricerca di Crema sotto l’egida di Gianni Degli Antoni. Ha sviluppato il concetto di Robotica Immateriale e pubblicato saggi su arte e tecnologia. Ha insegnato Installazioni Multimediali e Digital Video all’Accademia Santa Giulia di Brescia. Le sue opere, tra cui Memoria Botanica, sono state presentate in Italia e all’estero e incluse in contesti internazionali come il 21st ICA di Belgrado - in W. Welsch, “Art addressing the Anthropocene”. Nel 2008, su incoraggiamento di Silvia Bordini, ha fondato, insieme a Nora Ciottoli ed Elena Parati, il collettivo ticon3.
Bestiario galattico, storie di aeronavi ed equipaggi è un viaggio nell’immaginario “aerotrofico”, un archivio dove creature, macchine e simboli si intrecciano in un racconto visivo che oltrepassa confini di epoca e genere. Ogni opera nasce da un processo iterativo che affina dettagli, luci e posture, trasformando la serialità in voce narrativa.
L’immaginario “aerotrofico” esplora il desiderio del volo come mito e pratica estetica: caschi come teste di gorgone, parrucche vaporose che si fondono con visori ottici, redingote settecentesche decorate da dirigibili in stile Toile de Jouy, idrovolanti sospesi in fondali lattiginosi e aeronavi immerse in atmosfere gassose, cessano di essere semplici strumenti per animarsi come presenze vive. Equipaggi e velivoli si trasformano in creature ibride che sfidano cronologie e specie. Il percorso espositivo invita a leggere la tecnologia come corpo e il corpo come veicolo-velivolo; gli equipaggi si offrono come figure liminali tra umano e artificiale; gli oggetti di scena - occhiali da aviatore, gorgiere trasparenti e altro - fungono da indizi di un bestiario visionario che non appartiene né al passato né al futuro ma a un altrove poetico. Bestiario galattico è dunque un atlante poetico e critico: l’archivio si fa racconto, la variazione diventa linguaggio e l’immaginazione si trasforma in strumento critico per interrogare il rapporto tra identità, macchina e mito, dando vita a una narrazione collettiva di esplorazione, attesa e metamorfosi.