Home  /  Cultura, Sport e Turismo- Tutte le notizie / Presentazione del libro "In casa Melzi con Leonardo" di Gian Vico Melzi d'Eril

VENERDÌ  23 FEBBRAIO
ORE 18.00

BCC BANCA CENTROPADANA
CORSO ROMA, 100

INGRESSO LIBERO SINO AD ESAURIMENTO POSTI


Presentazione del libro

Questo libro ci racconta di un viaggio, un viaggio che prende le mosse dai ricordi d'infanzia dell'autore nella villa di Vaprio d'Adda, dove Leonardo da Vinci soggiornava spesso come ospite della famiglia di Francesco Melzi, l'allievo prediletto. In occasione dell'anniversario della morte del genio vinciano, questa storia ne vuole ripercorrere la vita a partire dalla sua Toscana e i numerosi spostamenti attraverso l'Italia per incontrare papi, condottieri, statisti e illustri personaggi. E il giovane Francesco, legato al maestro da un affetto profondo, lo accompagna dal soggiorno a Roma fino in Francia, ad Amboise. Proprio qui, con la morte di Leonardo nel 1519, termina la prima tappa del viaggio e ne inizia un'altra, quella dei suoi manoscritti ereditati dal Melzi. Quest'ultimo, ben consapevole dell'inestimabile valore affettivo del lascito ricevuto, lo conserva gelosamente, anche se non riuscirà a prevenire e quindi a evitare la loro dispersione per opera dei discendenti. Alla ricerca dei manoscritti perduti, la strada si divide in tanti vicoli costellati di ostacoli imprevisti. Quante personalità incontreremo durante il percorso: storici, collezionisti, mecenati, speculatori, commercianti, approfittatori e anche ladri! Quanti fantasmi senza nome hanno concorso alla scomparsa di quegli appunti preziosi. Riapparirà qualcosa del patrimonio perduto? Certamente sì.

Il libro

Alla fine delle scuole elementari, per frequentare le medie bisognava sostenere un esame di ammissione. Con altri compagni mi presentai a quelle di Gorgonzola, paese non lontano da Vaprio e raggiungibile con il tram. La commissione di Lettere, visto come mi chiamavo, commentò: “Un cognome importante!”, e mi chiesero di parlare di Francesco Melzi. Non lo specificarono, ma sapevo che intendevano il vicepresidente della Repubblica Italiana nel triennio 1802-1805. La mia risposta fu: “Di Francesco Melzi ce ne sono due, di quale devo parlare?” I commissari rimasero meravigliati, e io spiegai che anche l’allievo di Leonardo portava quel nome (non lo dissi, ma quel Melzi mi era più simpatico dell’altro e con lui avevo più confidenza). Raccontai quello che avevo appreso dalle lezioni di mio padre e che mi sembrava loro conoscessero meno. Fu sufficiente.