In più di 135 teatri in tutta Italia e all’estero, che partendo dal racconto del Vajont racconterà anche storie diverse, raccolte in territori che fanno parte di questo paese, che hanno lasciato ferite e cambiato la vita di valli, quartieri, costoni, golfi, rive e paesi... per dare sentimento al coraggio di affrontare la sfida delle conseguenze del riscaldamento climatico.
Un accumulo di storie che, se raccontate bene, in modo etico, possono aiutarci a immaginare l’ignoto per affrontarlo.

La storia del Vajont ci serve perché insegna cos’è la sottovalutazione di un rischio affrontato confidando sul calcolo dell’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili. Non essere capaci di concepire nasce dal non saper vedere un disegno, dal non riuscire a immaginare.

Noi, raccontando con il Teatro, costruiremo il disegno, l’immaginario e il sentimento che deve essere comune, deve diventare il senso comune, la base della vita sociale di un paese fragile e prezioso come il nostro. (lafabbricadelmondo.org)


A LODI
LUNEDÌ 9 OTTOBRE
ORE 21.15

TEATRO ALLE VIGNE

INGRESSO GRATUITO


Trent’anni fa il racconto del Vajont era la voce di Marco Paolini, nel 60esimo anniversario della caduta della frana del Vajont che costò la vita a 2000 persone diventerà un racconto corale che coinvolgerà in contemporanea oltre 100 teatri in Italia e in Europa, un racconto che con un nuovo punto di vista non è più solo memoria e denuncia sociale, ma diventa un grido di dolore per il nostro rapporto predatorio con la natura.

Marco Paolini, la voce di un uomo solo con la diga del Vajont alle spalle che raccontava la tragedia che costò la vita a 2.000 persone parlando di responsabilità e non di «natura maligna», fece con Il racconto del Vajont la storia della TV e del teatro.
Quella voce, il 9 ottobre del 2023, diventerà un enorme coro di 350 messe in scena di VajontS 23 in Italia e nel mondo: 130 teatri, da grandi istituzioni come i Teatri Nazionali a piccoli teatri di provincia, e poi gruppi di amici che lo leggeranno in casa, parrocchie, gruppi di lettura, insegnanti che lo faranno leggere a staffetta ai loro studenti, colleghi di lavoro, gruppi di teatro amatoriale e comitati di quartiere.

VajontS 23 riscritto da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli diventa «un’azione corale di teatro civile», il più grande evento di teatro diffuso mai realizzato in Italia per parlare questa volta non di memoria e di responsabilità, ma di futuro.

Non si racconta ciò che è accaduto sessant'anni fa, ma quello che potrebbe accadere a noi su scala diversa, in un tempo assai più breve. Racconta di come i segnali furono ignorati o sottovalutati, come nelle tragedie più classiche.