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Gabriela Scherrer PAESAGGI INTERIORI


DAL 17 MAGGIO al 4 LUGLIO 2023
da Lunedì a Venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 16.30
chiusa sabato domenica

INAUGURAZIONE Mercoledì 17 Maggio alle ore 17.00


 

“Arte in Atrio” è il titolo della rassegna artistica proposta dalla Fondazione Banca Popolare di Lodi nella sua sede operativa situata nello Spazio Tiziano Zalli, la piazza interna del Centro Direzionale Bipielle progettato da Renzo Piano.
L’atrio della sede si propone come una vetrina espositiva dedicata agli artisti, aperta al pubblico.

GABRIELLE SCHERRER

Nata in Svizzera, vive e lavora in Italia.
Ha conseguito il diploma di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. I suoi professori sono stati: S. Terruso, P. Diana e R. De Grada. Si perfeziona frequentando, nel frattempo, lo studio del professore e pittore G. Pigoli.

Dal 1987 partecipa attivamente alla vita artistica con mostre personali e collettive. Cura molti corsi privati in varie tecniche pittoriche. La sua attività iniziale l’ha vista impegnata a sperimentare anche la pittura su vetro e porcellana.

Gli ultimi sviluppi decifrano la sua scrittura pittorica, con un linguaggio evasivamente arioso e fresco, ma allo stesso tempo sensitivamente intenso.
Le sue opere figurano in collezioni private e pubbliche. Si sono, inoltre, interessati alla sua pittura: D. Ambrosioni, V. Castiglioni, F. Genini, R. Rodin, O. Villatora, F. Zappa.

PAESAGGI INTERIORI

La rappresentazione di conformazioni montane, specchi d’acqua marini o lacustri, e della vegetazione dà ampio respiro a Gabrielle Scherrer; gli ampi spazi permettono un maggior gioco alle forme e ai colori. Questi paesaggi, come nella maggior parte della sua più recente produzione, offrono allo sguardo una natura non invasa dall’intervento dell’uomo, come per un desiderio di ritrovare anche per solo un attimo una dimensione, un mondo, altro, più selvaggio. Notevole è la capacità dell’autrice di trasfigurare gli scorci che coglie.
Il paesaggio le permette inoltre di esprimere sensazioni, e ricordi, anche molto personali, che, in questo rielaborare per immagine, non risultano però mai chiusi in un’autoreferenzialità. 
Gli scenari, che non vogliono ricondursi a luoghi geografici specifici per rappresentare a livello generale la natura incolta, trasmettono serenità, o, a volte, anche un senso di malinconica nostalgia. Il soggetto paesaggistico non è estraneo alla sua produzione artistico-espressiva, ma qui, in specifico, oltre a rispondere a quanto detto sopra, il ritorno sul tema sembra essere segnato dall’assenza dell’essere umano, quasi dopo tanta cura riservata alle persone, insieme alla scelta del medium dell’acquerello, quasi esclusiva nelle sue più recenti opere, innanzitutto per le atmosfere che permette di creare, e per la meraviglia derivante dalle trasformazioni delle sfumature.

L’autrice declina di volta in volta il gesto, sempre personale, componendo con tocchi o con pennellate più ampie, ardite, come coinvolte in un turbine (ma mai esibizionista), avendo incorporato quanta acqua intrida i pennelli e le modalità con cui accostare i colori, sempre inondati di luce, in accordi armoniosi. Bisogna ricordare che il medium dell’acquerello, confidenziale, consente maggiore velocità nelle preparazioni rispetto alla pittura ad olio, anche se risulta meno addomesticabile rispetto a quest’ultima. L’assistere al fare dell’autrice(che incanta) conferma la gioia della pittura, coglibile in ogni sua pittura, e rivela l’esercizio quotidiano, e il ritagliarsi un proprio spazio. Anche le dimensioni delle opere riattestano tutto ciò; l’autrice avverte come possa esserci arricchimento anche da lavori di non profuse estensioni. Aliena a mode appartenenti all’arte contemporanea, cura la matrice realistica dei suoi scorci paesaggistici, con cui evoca le particolari atmosfere.Soffici nebbie lasciano intravedere solo le cime delle montagne e dal bianco appare un’ambientazione lacustre coi suoi riverberi di riflessi. Conformazioni rocciose si stagliano plasticamente sopra il brillio del mare, ampi cieli movimentati irrompono nella calma dello scenario; l’autrice è interessata e affascinata dal potenziale metamorfico di rocce e nuvole per l’immaginazione, e dalle percezioni che esse suggeriscono al riguardante. Il crepuscolo o una nuova stagione tinteggiano l’ambiente, su sponde colme di misteriosa sospensione, fili d’erba vengono sospinti da soffi d’aria, improvvise nuvole acquose allertano (o persuadono) dell’arrivo di un possibile temporale; espressa è la meraviglia dei mutamenti della natura.
Sara Benedetto