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Atelier chitarristico laudense, donazione dei beni all'archivio storico comunale

Il presidente Mario Gioia ha presentato il ricco patrimonio di concerti, catalogati in oltre 13 anni di lavoro

Emozionato, appassionato e soddisfatto, pur con qualche venatura di nostalgia per il tempo che scorre, veloce come un lampo. 

Il protagonista di un'avventura umana e professionale unica, che dai tempi del vecchio 'club 22' di via Borgo Adda - lo scantinato da cui alcuni amici hanno mosso i primi passi - ha tagliato oggi un traguardo non immaginabile, è sempre lui. Mario Gioia, 70 primavere alle spalle, dal 2007 presidente, anima e 'factotum' dell'Atelier chitarristico laudense ha ceduto questa mattina all'Archivio storico comunale di via Fissiraga tutto il patrimonio di esperienze, studi e conoscenze maturati in oltre 13 anni di attività.

"Si tratta - spiega Gioia - di 60 dvd musicali, di oltre 2.500 fotografie, di tutti i manifesti e le locandine dei concerti, di tutti i programmi di sala realizzati in questi anni. Sono convinto che tale mole di lavoro che abbiamo organizzato, creato e portato in scena a Lodi, con ospiti di primissimo piano sulla scena internazionale, possa essere utile in città a quanti vogliano in futuro percorrere, come noi abbiamo provato a fare, l'affascinante percorso di studi di musicologia, coltivando la passione per uno strumento bellissimo e unico, la chitarra classica".

Il repertorio dell'Atelier chitarristico spazia da Giulio Tampalini, bresciano, il primo ad inaugurare nel settembre 2006 la fortunata serie di concerti lodigiani sino ad Angelica Rodriguez, giovane ma già affermata artista paraguiana, che lo scorso mese di giugno ha strabiliato il pubblico nell'ex chiesa di S. Chiara nuova.
Passando per Berta Rojas, Victor Villadangos, Virginia Luque, Paul Galbraith: come dire, in termini più popolari, Messi, Ibrahimovic, Buffon e Ronaldo della chitarra, quei pochi che rientrano nella categoria degli 'indiscutibili' a qualsiasi latitudine.

"Un pubblico sempre caloroso e numeroso - incalza Gioia - che in questi anni ha risposto in maniera eccezionale alle nostre proposte, cogliendone il valore. Gli spazi della classica, dall'aula magna del liceo 'Verri' alla chiesa dell'Incoronata e a quella di S. Chiara nuova, spesso non sono stati sufficienti ad accogliere le persone che volevano assistere agli spettacoli. Per noi è la sensazione più bella, l'aver formato al gusto chitarristico moltissimi lodigiani, quando all'inizio delle nostre attività sembrava, e forse lo era davvero, si trattasse di una 'passione intellettuale di pochi'."

L'Atelier è una tra le più note ed affermate realtà culturali cittadine, conta oggi 146 soci dei quali quasi un terzo sono giovani under 40. Tutto il materiale donato al Comune è perfettamente catalogato, così da essere facilmente consultabile da chiunque lo desideri.

"Mi resta il piccolo rimpianto - conclude Mario Gioia - di vedere come oggi il mondo musicale sembra, almeno in apparenza, premiare la facilità di un passaggio televisivo, di un 'talent' dove in cinque minuti puoi diventare una sorta di star, quasi senza faticare. Penso al fatto che una giovane chitarrista come la Rodriguez per studiare e imparare l'arte di cui oggi è una fantastica interprete, riconosciuta in ogni parte del pianeta, si alzava prestissimo al mattino e, dopo ore di pulmann in condizioni proibitive, dal suo paesino in Paraguay arrivava alla grande città per seguire le lezioni. Anni di vita così, con tanto studio e fatica, prima di diventare davvero 'qualcuno'."

E se oggi dall'America Latina all'Estremo Oriente i 'click' sui video dei concerti, postati dall'Atelier e dal Comune, giungono costanti e copiosi, quelle fatiche poco comprensibili parlano un linguaggio chiaro anche alla nostra cultura.

Andrea Bruni 
Lodi 24 giugno 2016