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Inquinamento atmosferico: nulla di fatto al tavolo regionale

"A questo punto è ormai evidente che la questione dell'inquinamento atmosferico e della promozione di misure strutturali in grado di affrontare il problema, con un effettivo coordinamento degli interventi su tutto il territorio lombardo, non rappresenta una priorità per la Regione, se mai lo è stata in passato".
 
E' questo il commento dell'assessore all'ambiente ed alla mobilità del Comune di Lodi, Simone Uggetti, reduce dalla riunione svoltasi stamane a Milano tra Regione, Province e Comuni capoluogo sul tema della prevenzione degli eccessi di concentrazione in aria di sostanze inquinanti, in particolare il Pm10, a seguito della serie di superamenti della soglia di attenzione registrati in modo diffuso sul territorio lombardo nei primi giorni di ottobre.

"Ancora una volta è stata confermata l'incapacità, o la mancanza di volontà, da parte della Regione di favorire l'adozione di politiche di prevenzione in grado di coinvolgere in modo uniforme l'intera Lombardia - sottolinea Uggetti - Di fatto, la situazione è lasciata alle iniziative dei singoli enti locali, con un effetto a macchia di leopardo che non porta ad alcuna soluzione. L'unico dato concreto che si può registrare è il rinnovo della disposizione annuale sul blocco della circolazione dei veicoli non catalici, nel periodo tra metà ottobre e metà aprile, una misura di cui peraltro è difficile, se non impossibile, garantire la scrupolosa applicazione, perché i controlli richiederebbero un impiego di personale, mezzi e risorse che nessuno Comune è in grado di assicurare. In passato, erano stati previsti appositi, benché insufficienti, contributi economici a sostegno di questa attività di controllo, ora, complice il difficile momento con cui tutte le amministrazioni pubbliche hanno a che fare, non se ne parla nemmeno più".
 
Come si comporterà allora il Comune di Lodi?

"La nostra posizione è chiara e nota: i blocchi del traffico come misura per fronteggiare le emergenze legate a picchi di superamenti della soglia del Pm10 sono completamente inutili se vengono attuati singolarmente dalle varie amministrazioni. Perché sia davvero efficace, il blocco deve coinvolgere contestualmente aree quanto più possibile vaste ed omogenee, senza soluzioni di continuità, perché se a Lodi decretiamo un blocco ma ai confini della città si circola su tangenziali, statali e autostrada (magari in una domenica di apertura straordinaria degli ipermercati che sorgono al di fuori del territorio comunale ma in prossimità dei suoi confini) finiamo solo con il procurare un disagio alla nostra cittadinanza senza ottenere alcun beneficio in termini ambientali. Restiamo invece convinti della validità di iniziative come le "domeniche a piedi" promosse a scopo di sensibilizzazione ai temi ambientali, ma anche in questo caso se inserite in una programmazione coordinata, con manifestazioni collaterali ed un forte potenziamento dei servizi di trasporto pubblico, in alternativa ai mezzi privati. Si tratterebbe comunque di iniziative con scopi "educativi", non di rimedi strutturali ad un problema che non è occasionale ma attiene, appunto, a fattori strutturali: intensi volumi di traffico privato, anzianità del parco mezzi circolante, fortissima concentrazione di insediamenti residenziali e produttivi, produzione di energia ancora essenzialmente basata sugli idrocarburi (nonostante la crescente diffusione delle fonti rinnovabili). Sono questi gli ambiti sui quali sarebbe necessario intervenire, dato che non si può pensare di modificare la conformazione di un'area, come quella della pianura padana, in cui il basso profilo altimetrico e l'insufficiente ventilazione favoriscono notoriamente la concentrazione degli inquinanti. Invece, siamo ancora qui a confidare nel meteo: così in anni particolarmente piovosi il numero di superamenti del Pm10 diminuisce, come è avvenuto per esempio nel 2009 e nel 2010, mentre quest'anno, per esempio, si registra un aumento".

(12-10-2011)