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Aspettando Bookcity Milano anche a Lodi

Tre scrittrici per tre scritture

Alcune volte vale la pena tentare strade nuove non abbandonando le vecchie. Anzi, è proprio andando a realizzare nuovi e per alcuni versi inediti innesti che si creano soluzioni sorprendenti per come possono svilupparsi. Tali situazioni, ovviamente, possono essere applicate a più situazioni e campi del sapere umano. Tanto più quando di mezzo vi è l'oggetto libro e ancor più quando la ragnatela di relazioni implica un rapporto tra istituzioni pubbliche, per giunta sovra-territoriali e in grado di operare su una piattaforma culturale comune. Questo è quanto si è andato a concretizzare e solidificare nell'ultimo triennio con “Book City Milano”, trovando un denominatore comune sia nell'autonomia delle scelte sia nell'indicare come obiettivo principale l'uso del libro, della letteratura nei suoi molteplici generi (che non vengono disdegnati in ogni loro valore), come veicolo di circolazione delle idee e non solo di mero intrattenimento.
Nondimeno è la scrittura ad interessare quale guida e volano per una comprensione della società e del mondo. Proprio in un mondo che si vuol vedere “grande e terribile” (ieri come oggi richiamando alla memoria le sofferenze di un filosofo del '900), scosso da guerre, conflitti economici e urgenze globali, tra cui il climate change che pare inarrestabile al pari dell'innalzamento esponenziale del dominio tecnologico dei broligarch digitali, anzitutto nell'evoluzione dell'intelligenza artificiale in ogni ambito quotidiano e su cui proliferano istanze antidemocratiche che minano diritti civili non negoziabili raggiunti a fatica negli 80 anni di pace, susseguiti alle rovine del 1945, e non ancora pienamente acquisiti. Insomma c'è molto da fare. La domanda allora è come la letteratura, il libro, anche dissolto dalla sua storica fisicità, può essere un antidoto alle barbarie che già hanno messo un piede nelle case di tutti? Una risposta la si può prendere dalla celebre raccolta poetica di Elsa Morante. Infatti, l'autrice di “Menzogna e sortilegio” riteneva che il mondo potesse essere salvato dai ragazzini e oggi sono e saranno le donne a salvarlo? Pertanto, la scelta è caduta su tre scrittrici, provenienti da città e situazioni diverse, l'israeliana Tamar Weiss – Gabbay, l'italiana Rosa Matteucci e l'ucraina, ma milanese d'adozione, Elena Kostioukovitch che, in altrettante scritture - novella, romanzo, biografia - si sono trovate a far convergere i loro libri su alcune delle problematiche e urgenze sollevate, equamente interessate sia a un discorso intimo e privato sia pubblico.
Così, nell'attesa di approfondire in novembre questi diversi tipi di scrittura “al femminile” in una delle sezioni di “Book City Milano anche a Lodi”, si è allestita un'anticipazione in “Tre scrittrici per tre scritture” grazie alla collaborazione di alcune persone (Carlotta Morgana, Mimi Assael Navarro, Valentina Tosoni, Giulia Civiletti, Stefania Eusebio, Alice Mariani) e delle case editrici (Giuntina, Adelphi e La nave di Teseo) che hanno immediatamente aderito alla rassegna fornendo un supporto imprescindibile alla sua realizzazione. In ultimo, ma non ultimi ringraziamenti sono per Weiss – Gabbay, Matteucci e Kostioukovich e infine per Toponomastica Femminile.

Dott. Fabio  Francione, U.S. Organizzazione Eventi – Provincia di Lodi

 

IL PROGRAMMA

 

LA METEOROLOGA

Tamar Weiss-Gabbay
in dialogo con Carlotta Morgana

Nubi all’orizzonte, cariche di pioggia. Una donna cammina a passo svelto verso la rupe che si erge ai confini della cittadina. Si affretta, ma non corre. In testa ha più di un presentimento e il cuore le rimbomba nelle orecchie come i tuoni che scuotono il cielo.
È lei la meteorologa, la studentessa che, tornata nella propria cittadina dopo gli studi universitari, aveva creato una stazione meteorologica. Non era stata una follia, perché quella zona non è come le altre: è una curiosa anomalia geografica che non aveva mai conosciuto il lusso di una previsione del tempo. Così la meteorologa era presto diventata un punto di riferimento imprescindibile per la vita della piccola città, un oracolo tanto rispettato quanto temuto. E adesso, dall’alto della rupe, osserva il canyon che si apre sotto i suoi piedi. Qualcosa sta per succedere. Intanto i cumulonembi iniziano a scaricare pioggia e in lontananza si sente, attutito leggermente dal fragore del temporale, un ululato.
La meteorologa è una novella sagace e intensa che lascia estasiati, si insinua nei meccanismi più delicati e profondi dei rapporti umani, li fa esplodere e non ha tempo o voglia di rimettere insieme i pezzi. Vita naturale - piante, animali, terra, pioggia - e vita interiore si mescolano in un gioco di alleanze, rimandi e simbiosi. La scrittura di Tamar Weiss Gabbay non conosce banalità né noia: colpisce, emoziona, travolge, e - con una catarsi degna della miglior tragedia greca - ripristina un senso di purezza originaria, di fiducioso abbandono all’esistenza.

 

CARTAGLORA

Rosa Matteucci 
in dialogo con Valentina Tosoni

Torna Rosa Matteucci, «impietosa, feroce cantatrice del “nonostante” », come la definì una volta Carlo Fruttero, accostandola ai mani di Céline, Beckett e Thomas Bernhard.
Questo nuovo romanzo, in bilico, come gli altri, sull’illusorio crinale fra comico e tragico, inizia con l’affannosa, tormentosa aspirazione di lei bambina a ricevere, come tutte le sue antenate e le sue simili, la Prima Comunione, per proseguire con la morte di un padre molto amato– sebbene molto scapestrato – e la sua sciamannata sepoltura. Nella scrittura, straziata e al tempo stesso grottesca, di Rosa Matteucci diventa comico perfino il viaggio, non solo interiore, che tale morte susciterà, alla ricerca di quell’antico Trascendente che il nostro tempo sembra aver smarrito: dall’India dei santoni ai Pirenei di Bernadette, dai gruppi di preghiera della Soka Gakkai a un’ardimentosa visita a un frate esorcista che, asserragliato in un eremo, vende messalini con audiorosario incorporato. Un vagabondaggio che culmina con la scoperta del rito tridentino, dove imparerà il protocollo delle genuflessioni, sempre rincorrendo una salvazione che pare rimessa in forse a ogni frase, a ogni respiro. Sino alla definitiva consapevolezza che è necessario accettare, e forse anche amare, la propria croce.

 

KYIV. UNA FORTEZZA SOPRA L'ABISSO

Elena Kostioukovitch
in dialogo con Danila Baldo

“Le storie di Kyiv, la città in cui sono nata, sono storie drammatiche. Se guardo all’indietro per collegare la situazione odierna con il passato, sulla base di libri e documenti, usando le storie della mia famiglia, mi rendo conto che il passaggio da un’epoca all’altra può essere rappresentato in alcuni luoghi di Kyiv come su un palcoscenico teatrale. Sarà sempre illuminato da luci grandiose e fatali. Racconteremo di una zarina che scendeva la scala del suo palazzo, situato su un’alta collina, per organizzare il salvataggio dell’impero russo. Parleremo del geniale scrittore che immaginò di far esplodere una bomba proprio sul belvedere da cui scendeva la zarina. Seguiremo la coraggiosa missione di un’eroina che penetra nel bunker di Putin per convincerlo a fare harakiri”.
Kyiv. Una fortezza sopra l’abisso è un viaggio nell’anima della capitale ucraina, che intreccia la storia della città, incastonata nel cuore d’Europa, e quella dell’autrice, partita da Kyiv seguendo la passione per la letteratura. Le pagine di Gogol e Bulgakov si mescolano ai ricordi di famiglia, i boulevard di Kyiv attraversano i secoli, le guerre di ieri e quella di oggi, le piazze brillano di vita e bruciano sotto le bombe, come a espiare la condanna di una città eternamente assediata. Elena Kostioukovitch firma un libro prezioso che ci pone davanti alla complessità di un paese, alle sue luci come alle sue ombre, alle diverse voci che da secoli ne animano la cultura, alla forza di un popolo che non si è mai arreso.

 

Cura e organizzazione:

Dott. Fabio  Francione, U.S. Organizzazione Eventi – Provincia di Lodi 

In collaborazione con Ufficio Cultura del Comune di Lodi