Dall'11 al 16 maggio riprende l'avventura del 'Provolone'.
L'esperienza del teatro scuola, ideata e condotta dal 'Laboratorio degli Archetipi' è giunta alla XXIX edizione.
Il caleidoscopio di appuntamenti che si snodano al Teatro alle Vigne coinvolge 1.272 bambini e 119 tra insegnanti ed educatori in 12 Istituti scolastici lodigiani - scuole elementari, medie e superiori - oltre all'Università delle tre età, il SFA CSE 'Il Girasole' e il 'Fatebenefratelli' di S. Colombano al Lambro.
L'ingresso agli spettacoli è gratuito, sino ad esaurimento posti.
Presentazione
di G. Camuri, coordinatore del progetto
Quattrocento anni sono appena
trascorsi dalla morte di William
Shakespeare.
In lui l'antico seme
gettato nella terra dell'immaginazione dai primi tragediografi greci è
diventato un robusto e frondoso albero, la cui ombra si è proiettata nel tempo
a venire. Quella prima rivoluzione della parola poetica, che ad Atene, in
occasione delle feste in onore di Dioniso,
si era avviata a esplorare l'universo
degli intrecci interpersonali, dei moti profondi e ambigui dell'anima,
degli accadimenti che segnano i
comportamenti dei singoli e dei gruppi, si rinnova e si amplifica nell'opera del drammaturgo
inglese così radicalmente orientata alla trasposizione nei linguaggi della
rappresentazione scenica di vicende storicamente accadute ma ugualmente operanti negli anfratti inconsci di un presente che prefigura scenari di possibilità future.
Se il Teatro dopo la tragedia greca e dopo l'invenzione del dramma shakespiriano
non può essere avulso dalla storicità delle vite dei singoli e dei popoli,
anche e soprattutto il Teatro praticato nella Scuola come laboratorio di esperienza formativa deve avere nella conoscenza e nella coscienza
della Storia il suo focus privilegiato.
Da
questo imprescindibile nesso di
Storia e Teatro deriva lo sguardo sull'oggi che ha orientato il lavoro
delle scuole e dei gruppi che hanno aderito al progetto Odissee.
Attraverso il destino di Ulisse l'Odissea, l'opera che con l'Iliade
ha inaugurato la storia della letteratura greca e di conseguenza la storia
delle letterature occidentali, mette in scena l'umana avventura con gli
inevitabili scacchi, con le infinite
aspirazioni, con le fragilità e le
faticose risalite. Da qui la traslazione del titolo dell'opera omerica ad un campo più vasto di significati che si
raccolgono attorno all'esistenza in quanto tale, così da qualificarne il senso contenuto in quel “ex-sistere”
che esprime la tonalità di un vivere,
che dalla nascita, e forse ancor prima della nascita, è chiamato a
progettarsi in un continuo rapporto con limiti, ostacoli e opportunità.
E' difficile pensare
all'esistenza di un uomo o di una donna
nel corso delle sue diverse
stagioni senza piccole o grandi avventure
che talvolta si possono anche chiamare disavventure. Vi sono odissee interiori
ed odissee dettate da avvenimenti esterni. Vi sono odissee che riguardano
singole vite, ma vi sono anche odissee che travolgono o sconvolgono la vita di
molti individui, di intere comunità. Vi sono odissee che hanno lasciato nella
storia segni profondi, incancellabili, che hanno mutato o possono ancora mutare
le vicende dei popoli. Apportando cambiamenti nelle abitudini, negli stili di
vita, le odissee possono tuttavia divenire fonti di grandi novità sul piano
delle conoscenze e della cultura.
Dalla Scuola dell'Infanzia alla
Primaria, dalla Scuola media alla Scuola superiore, dai tre centri del
Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro alla Casa Circondariale di Lodi
sino all'UniTre il racconto di Omero e
la parola Odissea sono stati declinati
in molti modi. Si sono cercate odissee tra i canti dell'Odissea, nei
racconti della Bibbia, nelle leggende d'Oriente, nelle storie di mare, nella
narrativa contemporanea, tra dipinti
e tradizioni musicali, nella ricostruzione di mappe immaginarie, nelle storie
vere, che raccontano delle difficoltà dell'andare a scuola (se le scuole sono
lontane o se i sistemi totalitari impediscono l'istruzione), delle difficoltà
di trovare lavoro, della necessità di migrare o di fuggire alla guerra. Si è
data alla fine voce alle odissee di chi disabile o di chi uscito da malattie invalidanti o da comunità o da carceri cerca la via di inclusioni che
paiono talvolta irraggiungibili.
Lodi, 4 maggio 2016