Sono quasi 36.000 le utenze della città che saranno soggette al pagamento della Tares, la nuova tassa per il pagamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e di igiene urbana che da quest'anno prenderà il posto della Tarsu. Per poco più del 10 per cento (per la precisione 3.824 su 35.937), si tratta di utenze non domestiche, tra le quali gli immobili sede di attività produttive, che sono stati oggetto dell'incontro svoltosi oggi pomeriggio presso la Sala della Pace di Palazzo Broletto con i rappresentanti delle associazioni di categoria, promosso dall'amministrazione comunale per illustrare i meccanismi di determinazione degli importi e le modalità di applicazione della tassa. A relazionare sull'argomento è stata l'assessore al bilancio Erika Bressani, coadiuvata dall'assessore all'ambiente Andrea Ferrari e dal funzionario del settore tributi del Comune, Maddalena Pellini, che si sono confrontati con il segretario generale della Camera di Commercio, Paola Esposito, il direttore dell'Associazione Industriali, Maurizio Galli, il segretario di Confartigianato, Vittorio Boselli (presente anche il funzionario Mauro Parazzi), il segretario dell'Unione Artigiani, Mauro Sangalli, e le funzionarie De Angeli e Mariani per Asvicom (assente Confocommercio).
"Come noto - spiega l'assessore Bressani al termine dell'incontro - negli ultimi 8 anni il Comune di Lodi è riuscito a non praticare alcun aumento alle tariffe Tarsu, grazie in particolare all'aumento della raccolta differenziata, che diminuendo i costi di conferimento in discarica dei rifiuti indifferenziati ha compensato i normali incrementi dei costi di gestione del servizio (variazione prezzi carburanti, manutenzione e costituzione mezzi etc.) ed anche quelli non ordinari (come i maggiori costi di personale per il potenziamento della raccolta "porta a porta", attualmente in vigore per circa un quarto della popolazione complessiva della città). Il meccanismo della Tares stabilito dalla legge comporta tuttavia l'aggregazione a questi costi di altre voci extra, computando tra gli oneri del servizio una serie di altri elementi, tra i quali gli oneri amministrativi per la gestione del tributo, oltre ad un prelievo fisso di 30 centesimi al metro quadrato che verrà incamerato dallo Stato. L'importo complessivo è quindi destinato ad aumentare, indipendentemente da volontà e scelte del Comune. Facendo leva sui ridotti margini di intervento concessi ai Comuni, abbiamo cercato di distribuire questi oneri in modo da non penalizzare eccessivamente particolari tipologie di utenze, prestando attenzione da un lato all'esigenza di non inasprire la pressione tributaria sulle famiglie e dall'altro a quella altrettanto importante di evitare bruschi incrementi dell'imposizione sulle attività produttive".
Complessivamente, la superficie soggetta a tassazione ammonta a poco meno di 3.300.000 metri quadrati, per circa 2.100.000 metri quadrati relativi a utenze domestiche e per 1.200.000 metri quadrati a quelle non domestiche. Le proiezioni elaborate dagli uffici
comunali, stimano per le utenze domestiche aumenti che interessano in diversa misura tutte le tipologie di nuclei famigliari, ad esclusione di lievi diminuzioni per famiglie con due soli componenti in abitazioni di superficie superiore a 100 metri quadrati, con incrementi che per quanto riguarda le famiglie numerose (quattro e più componenti) sono proporzionalmente più sensibili per abitazioni di dimensioni contenute.
In riferimento alle attività produttive, le tipologie maggiormente penalizzate saranno quelle della ristorazione, vendita di ortofrutta e bar, mentre le rivendite di generi vari e di generi alimentari, i supermercati e le industrie beneficeranno in molti casi di riduzioni rispetto alla Tarsu, con l'eccezione degli stabilimenti industriali dotati di servizio mensa per il personale.
"Peraltro - sottolinea l'assessore Bressani - le modifiche alla disciplina della Tares introdotte con il decreto sull'Imu varato ieri dal Governo sono destinate a cambiare in parte questo quadro: fermo restando l'importo complessivo della tassa, dovrebbero essere stati introdotti maggiori margini di flessibilità per i Comuni, che esamineremo meglio nei prossimi giorni, con l'intento di presentare un quadro aggiornato in occasione dell'incontro sul tema promosso dalla Camera di Commercio per il 5 settembre".
Le nuove tariffe della Tares entreranno in vigore in corrispondenza delle scadenze per il pagamento del saldo 2013, mentre gli importi dell'acconto erano stati calcolati ancora sulla base della precedenti tariffe Tarsu. Nelle prossime settimane, l'argomento sarà all'esame del consiglio comunale, che dovrà deliberare sul regolamento di applicazione della tassa e sulla determinazione delle tariffe.
(29-08-2013)