Incentivare l'aggregazione e quindi la qualità del vivere in città, ma allo stesso tempo tutelare la quiete pubblica ed il decoro urbano: sono questi gli obiettivi dell'ordinanza del sindaco emessa il 6 agosto per disciplinare le attività di intrattenimento e di svago.Il provvedimento (che sostituisce quelli su analoga materia emessi nel 2007) prende atto delle innovazioni introdotte dalle norme di liberalizzazione del settore, in particolare escludendo l'obbligo di preventiva comunicazione degli orari di apertura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, e stabilisce le modalità di svolgimento di alcune attività, applicando le competenze riconosciute ai Comuni per limitare le aperture dei pubblici esercizi per specifiche esigenze di tutela.
"L'amministrazione comunale - sottolinea il sindaco, Simone Uggetti - riconosce l'importante ruolo sociale ed economico svolto dalle attività di somministrazione di alimenti e bevande, perché, tra le altre considerazioni, contribuiscono efficacemente all'animazione ed alla valorizzazione del territorio urbano. In alcune circostanze, queste attività possono però costituire anche una causa oggettiva di inquinamento acustico e disturbo della quiete, quando si svolgono all'interno del centro storico e dei quartieri residenziali e nella aree adiacenti, in particolare nelle ore serali e notturne, per cui si rende necessario tutelare l'esigenza di vivibilità del contesto urbano".
Tra le disposizioni stabilite con l'ordinanza, le fasce orarie di apertura degli esercizi inseriti o prossimi ad aree residenziali (differenti a seconda delle varie categorie di attività), i limiti orari per l'attività di intrattenimento e la diffusione di musica all'interno dei locali (con deroghe in occasione di alcune ricorrenze) e quella all'esterno (consentita di norma per quattro giorni al mese in centro storico e per sei giorni nei quartieri residenziali esterni al centro, mentre per la stagione estiva si prevede la possibilità di due giorni alla settimana).La permanenza di avventori seduti ai tavoli collocati su aree pubbliche o private esterne ai locali, nonché la somministrazione nelle pertinenze esterne ai pubblici esercizi, è permessa sino alle ore 01.00, con estensione alle 02.00 nelle notti tra venerdì e sabato e tra sabato e domenica.
In città, gli esercizi pubblici ammontano a circa 230, di cui circa 50 con attività prevalente di somministrazione pasti (ristoranti, pizzerie, tavole calde, self service, fast food), circa 150 con attività prevalente di somministrazione bevande (bar, caffè, pasticcerie, gelaterie,birrerie, pub) e meno di dieci con attività prevalente di intrattenimento (piano bar, disco bar, sale da ballo etc.). Sul totale degli esercizi, solo poco più di un quinto svolgono un'attività mista. La presenza di poco meno di un terzo del totale degli esercizi si concentra nel centro storico e, comprendendo anche il centro, lungo l'asse tra la stazione ferroviaria ed il lungo fiume sono attività oltre la metà degli esercizi esistenti in tutta la città. In proporzione alla popolazione residente, l'offerta del settore è di circa un esercizio ogni 200 abitanti, media che tiene conto di oscillazioni che vanno da un esercizio ogni 80 abitanti nel centro storico ad uno ogni 350 abitanti a San Fereolo. Analoghe le proporzioni per quanto riguarda la dotazione di superfici adibite a pubblici esercizi: la media della città e di circa 400 metri quadrati ogni 1.000 abitanti, quella del centro storico è di 751 metri quadrati ogni 1.000 abitanti, dato che a San Fereolo scende a 260 metri quadrati.
Importanti sono le ricadute occupazionali del settore, che impiega complessivamente oltre 800 addetti, per una media di quasi 4 addetti per esercizio.
(08-08-2013)