Ambiente, Ecologia e cambiamenti climatici
Servizi demografici e al cittadino
Cultura, Sport e Turismo
Istruzione
Nidi e politiche familiari
Sicurezza
Edilizia, Lavori pubblici, Urbanistica, Patrimonio
Sportello Unico Attività Produttive
Tributi e Tariffe
Sociale e Politiche abitative
MobilitàL’intervento costituisce il quarto episodio di Nine Out Of Ten Movie Stars Make Me Cry, edizione a cura di Gabriella Rebello Kolandra. Inaugurato a marzo con la mostra Super Super di Margherita Moscardini, seguita da Paperwork di Ulyana Nevzorova (Minsk, 2001) e da Terriccio Universale di Rebeca Pak (São Paulo, Brasile, 1992), il programma si conclude a gennaio 2026 con un progetto speciale di Marvin Gabriele Nwachukwu (Milano, Italia, 1996).
Vashish Soobah porta a Lodi una nuova produzione realizzata appositamente per lo spazio di Platea. Il titolo della mostra richiama i numerosi bar e ristoranti disseminati sul territorio mauriziano – terra di origine della famiglia Soobah – che utilizzano nei propri nominativi la formula “Chez”, eredità linguistica del periodo coloniale francese e letteralmente “casa di”. La mostra si articola in un nuovo lavoro video, realizzato dall’artista nel 2025 durante un periodo trascorso a Mauritius (che verrà proiettato nella vetrina del bar Motta), e da un’installazione site-specific che ridefinisce la funzione di Platea durante l’intera durata del progetto. Il progetto prende avvio da una storia familiare, quella di un cugino la cui traiettoria personale incarna il vissuto diasporico, per costruire un’estetica del frammento in cui la dimensione intima e quella collettiva si sovrappongono, facendo della casa una condizione soggettiva più che geografica. Il cibo, elemento esplorato per la prima volta dall’artista nella sua pratica, diventa strumento di indagine: a partire dalla pizza, simbolo stereotipico della cultura culinaria italiana, Soobah propone un campo di riflessione che può essere letto in dialogo con il pensiero di Derek Walcott, poeta e teorico caraibico che ha riflettuto sull’esperienza postcoloniale come spazio di creolizzazione, ibridazione e ricomposizione. Walcott propone una visione della diaspora che si allontana dalla frammentazione nostalgica e si apre alle possibilità di riscrittura del sé a partire dalle tracce personali.
Così come l’intervento di Nevzorova e di Pak, Chez moi si pone in dialogo con il lavoro che Margherita Moscardini ha sviluppato per lo spazio di Platea: la scultura-scala rimane come una presenza costante nello spazio durante gli interventi delle artiste e degli artisti del programma Nine Out Of Ten Movie Stars Make Me Cry, favorendo una lettura stratificata di tutto il palinsesto annuale. Attraverso questo confronto, la mostra non si limita a presentare un corpus di lavori, ma contribuisce ad ampliare la stratificazione di visioni che si compone nel corso dell’anno all’interno dello spazio espositivo. In questo senso, Super Super si configura come un capitolo sempre attivo di una narrazione più ampia, che intreccia le voci degli artisti con il contesto in cui si inseriscono.
Platea | Palazzo Galeano
Corso Umberto I, 46