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Lodi tra il Barbarossa e la Lega Lombarda: incontro con Franco Cardini

 
FRANCO CARDINI: IL BARBAROSSA AL DI LA' DELLA RETORICA DEL BARBARO OPPRESSORE

"So che il mio, in questa sede e in questo contesto, è un difficile compito. Cattolico, tradizionalista, uomo d'ordine e di forte senso dello Stato, potrei forse ancora dirmi "di destra". Da anni non mi considero né mi autoqualifico più in tal modo: ma vedo che così continuano a etichettarmi; confesso che la cosa mi secca un po', tuttavia lascio correre. Ma la mia tensione verso la giustizia sociale e il mio convinto europeismo m'impediscono di provar la minima simpatia per una destra che ormai ha scelto quasi all'unanimità il liberismo e l'atlantismo più sfrenati e che sovente ostenta anche un filocattolicesimo peloso, strumentale, palesando di ritener la Chiesa cattolica solo un baluardo dell'ordine costituito (l'"ordine" di lorsignori) e del benpensantismo conformista".
A definirsi con queste parole è Franco Cardini (Firenze, 1940), storico e saggista, specializzato nello studio del medioevo, di cui è probabilmente il massimo esperto italiano. Docente presso alcune delle più importanti istituzioni accademiche italiane e internazionali (dalla Cattolica di Milano alla Lateranense, dalla Sorbona di Parigi ad Harvard, dalla Freie Universitat di Berlino al Midlesbury College del Vermont), già consigliere di amministrazione della Rai, membro del Consiglio Universitario Nazionale e della Commissione Nazionale Italiana dell'Unesco, consigliere di amministrazione dell'Ente Cinema a Cinecittà, membro del Comitato Scientifico del Salone del Libro di Torino, direttore di numerose riviste, elzevirista di Avvenire, Quotidiano Nazionale, Il Tempo, Il Secolo XIX, Il Mattino, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Sole-24 Ore, Cardini è conosciuto dal grande pubblico come scrittore e divulgatore, grazie ai successi editoriali collezionati nel corso degli anni. Come ha detto Indro Montanelli: "Non è vero che i documenti parlano da sé. Bisogna farli parlare. Franco Cardini ne ha il dono, conferendo forza e vita ad avvenimenti cui nel passato la storiografia volle dare accenti agiografici".
E' il caso della biografia di Federico I di Svevia, il Barbarossa, un'opera edita da Mondadori con la quale Cardini, oltre a confermare di essere un medioevalista documentato e preciso, ammalia con la sua prosa scorrevole, a cui si aggiunge una conoscenza della lingua di Federico che gli permette la citazione frequente dei termini originali tedeschi: un lavoro illuminante, al di là di ogni luogo comune e stereotipo sulla figura dell'imperatore che contrastò le ambizioni di Milano di autonomia dall'impero (e di egemonia sul resto della Lombardia), emancipato ed affrancato dalle sfortune letterarie ottocentesche (Berchet, Carducci) che asservirono la realtà storica ai fini della poetica romantica.
Analogo è stato l'approccio di Cardini alla storia della Lega Lombardia, anzi al suo mito, affrontato in un'altra celebre opera in cui si dimostra come sia stato il Risorgimento romantico a inventarne la leggenda che avrebbe ispirato pittori e letterati e si solleva l'interrogativo sulla sua vera natura e il suo significato: moto patriottico, precoce manifestazione di nazionalismo o piuttosto un patto nato dalla volontà di proteggere il benessere economico e le libertà politiche conquistati a spese dell'autorità imperiale?
Con la sua prosa "giornalistica", Cardini ricostruisce la vicenda in modo brillante, limpido e godibile, supportando con un paziente e minuzioso lavoro di documentazione storica la raffigurazione dei personaggi, degli avvenimenti e dello scenario economico e sociale che fu sfondo e motore dei fatti. Vicende che vedono Lodi (sia l'antica Laus distrutta dai milanesi che la nuova città fondata il 3 agosto 1158 proprio per volere del Barbarossa) al centro della scena, con un ruolo fondamentale, su cui (in questo 2008 in cui si celebra l'850° anniversario di quella "rinascita") l'intervento di Franco Cardini al ciclo di incontri promosso dalla Società Storica Lodigiana contribuirà a portare nuova luce e più ampia comprensione.

Biografia

Consegue la laurea in Lettere presso l'Università di Firenze nel 1966.
Assistente ordinario alla cattedra di storia medievale e moderna della facoltà di Magistero dell'Università degli Studi di Firenze, poi professore incaricato di storia medievale nella stessa università e, nel 1985, professore associato e ordinario all'Università di Bari; ottiene nel 1989 la cattedra di Storia medievale a Firenze. Fa parte del Consiglio scientifico della Scuola Superiore di Studi Storici di San Marino. Il suo campo di studi principale è quello della storia delle Crociate, affrontato con studi su scritti cristiani ed arabo-islamici.
Cardini ritiene che le crociate non siano state uno scontro di civiltà o guerra di religione, ma un "pellegrinaggio armato" volto a mettere la Terra Santa sotto il controllo politico di singoli potentati cristiani. Tutto questo senza che vi fosse la percezione, da una parte come dall'altra, dell'esistenza di due schieramenti nettamente distinti in funzione delle divisioni religiose: cristiani e musulmani si sono combattuti ma si sono anche alleati a seconda delle convenienze contingenti. In gioventù Cardini è stato iscritto al Movimento Sociale Italiano, poi alla Giovane Europa, il movimento transnazionale fondato da Jean Thiriart. E' stato uno studioso di mistica fascista e del sincretismo islamico.
Ha preso posizione contro le guerre in Afghanistan e in Iraq (iniziata nel 2003).
Dal luglio 1994 allo stesso mese del 1996 è stato membro del consiglio d'amministrazione della RAI. È socio di numerose organizzazioni scientifiche italiane e straniere e ha ottenuto numerosi riconoscimenti per i suoi studi accademici. Dal 1997 è membro del comitato consultivo del Myfest di Cattolica. È stato direttore editoriale del mensile della Fondazione Federico II di Palermo, L'Euromediterraneo. È stato presidente dell'Associazione culturale Identità Europea.
(31-10-2008)