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Presentato il progetto "Amati!" contro la violenza sulle donne


Dall'apertura del Centro Antiviolenza, nel 2011, sono state 314 le donne che si sono rivolte al servizio per chiedere sostegno nel percorso di fuoriuscita dalla violenza.

Negli anni il numero di chi ha ricevuto assistenza è cresciuto in modo esponenziale, sicuramente grazie ad una maggior conoscenza del Centro da parte del territorio e anche grazie all'invio delle donne da parte di altri servizi (in particolare Servizi Sociali e Forze dell'Ordine). Nel 2011 sono state 35 le donne accolte; nel 2012 sono state 66, nel 2013 sono state 78, nel 2014 sono state 98 e nei primi 4 mesi del 2015 sono già state 60.
I dati dimostrano quindi da una parte che il servizio è utile ed efficace, ma dall'altra che il fabbisogno appare in costante aumento e che è pertanto necessario potenziare le attività.
Il progetto "Amati!" (presentato oggi in un incontro presso l'aula consiliare di Palazzo Broletto) ha proprio l'obiettivo di rispondere a questa esigenza. Realizzato nell'ambito di un accordo di collaborazione con la Regione Lombardia (in attuazione della legge regionale 11/2012 sulla "attivazione di servizi e iniziative finalizzate al contrasto e alla prevenzione della violenza sulle donne e alla protezione delle vittime di violenza"), il progetto, il cui coordinamento è affidato al Comune di Lodi, prevede una serie di azioni per approfondire la conoscenza del fenomeno della violenza domestica nei suoi aspetti quantitativi e qualitativi e consolidare le prassi di gestione delle accoglienze delle vittime di violenza che si rivolgono al Centro per denunciare la loro condizione e ricevere aiuto.
Accanto a queste funzioni, è inoltre previsto lo sviluppo di una campagna di comunicazione su tutto il territorio provinciale, per informare la cittadinanza sulla rete di sostegno e protezione attivata a favore delle vittime di violenza, nonché incontri di formazione rivolti agli operatori del territorio (personale di sportello dei Comuni, Polizia Locale, assistenti sociali, medici e pediatri di base).
 


""Amati!" è il messaggio che vogliamo rivolgere alle tante donne che troppo spesso anche nel nostro territorio sono vittime di violenza (psicologica, fisica, economica, sessuale, stalking) - afferma l'assessore 
alle pari opportunità del Comune di Lodi, Erika Bressani - Se lui è violento, significa infatti che non vi è relazione d'amore ed è necessario, con un atto di consapevolezza, porre davanti a ogni cosa l'amore per se stesse, primo indispensabile passo per non subire più e uscire dalla spirale della violenza. Ma non è solo un messaggio di speranza, è anche il nome di un progetto, di cui il Comune di Lodi è capofila e attorno a cui si raccolgono in partenariato 20 soggetti rappresentanti di tutto il territorio lodigiano, tra istituzioni, forze dell'ordine, sistema sociosanitario, sistema giudiziario, sistema scolastico e associazionismo, che nel maggio del 2014 hanno dato vita, con la stipula di un protocollo, alla Rete Territoriale Antiviolenza di Lodi. Il progetto "Amati1" offre al territorio un potenziamento delle risorse della rete antiviolenza, per fornire una risposta concreta e coordinata a tutte quelle donne che decidono di vivere senza più aver paura. Il fulcro del progetto è il Centro Antiviolenza "La Metà di Niente" di Lodi, dove le vittime di violenza possono trovare gratuitamente accoglienza, sostegno psicologico, consulenza legale, orientamento e sostegno al reinserimento lavorativo e sociale e soluzioni abitative di pronto intervento in quei casi in cui si rilevino situazioni ad alto rischio di incolumità".

Di seguito gli interventi in programma.

 

Potenziamento dei servizi di ascolto e accoglienza delle vittime di violenza

  • Nuova sede più idonea e accogliente in via Gorini, 21;
  • ampliamento degli orari di sportello (5 aperture settimanali);
  • apertura di uno sportello informativo decentrato presso l'Ospedale Delmati di Sant'Angelo;
  • ampliamento della reperibilità telefonica diretta al numero 331/3495221, tutti i giorni dalle ore 09.00 alle 20.00 (7 gg su 7 - 365 giorni l'anno), e segreteria telefonica attiva nelle ore di non reperibilità diretta, con garanzia di richiamata entro 13 ore.

Potenziamento dei servizi di "presa in carico" delle vittime di violenza

  • Sostegno psicologico;
  • consulenza legale (civile e penale);
  • counseling mirato all'inserimento e/o reinserimento lavorativo;
  • sostegno al reinserimento sociale-lavorativo (possibilità di borse lavoro, corsi di formazione, sostegno nella cura dei figli);
  • gruppo di Auto Mutuo Aiuto

Accoglienza in strutture di pronto intervento e accoglienza in strutture di ospitalità temporanea

  • Soluzioni abitative temporanee (dette di Pronto Intervento) nei casi ad alto rischio per l'incolumità e la sicurezza della donna e dei figli;
  • soluzioni di più lunga permanenza (accoglienza di I livello - max 30 gg) nei casi in cui sia necessaria una permanenza in struttura per il tempo utile all'emissione dell'ordinanza di allontanamento del maltrattante dalla casa familiare;
  • accoglienza prolungata (di I livello - max 6 mesi - 180 gg) ove non sia possibile un rientro presso l'abitazione familiare della vittima.

Recapiti e orari

  • Centro Antiviolenza per le Donne "La Metà di Niente": via Paolo Gorini, 21 - Lodi, 0371/840477, info@centroantiviolenzalodi.it, www.centroantiviolenzalodi.it, facebook Centro Antiviolenza Lodi.
  • Lo sportello di via Gorini a Lodi è aperto lunedì 09.00-12.00, martedì 09.00-12.00 e 14.00-16.00, mercoledì 13.00-16.00, giovedì 09.00-12.00, venerdì 09.00-12.00 e 14.00-16.00, primo sabato di ogni mese 10.00-12.00; è possibile fissare incontri anche in altri momenti.
  • Lo sportello informativo presso l'Ospedale Delmati a Sant'Angelo Lodigiano è aperto il primo ed il terzo mercoledì di ogni mese dalle 09.30 alle 12.00.
  • 331.34.95.221 è il recapito del servizio di ascolto telefonico, attivo 7 giorni su 7 tutto l'anno dalle ore 09.00 alle 20.00; nelle altre fasce orarie è attiva una segreteria telefonica, il Centro effettua la richiamata entro 13 ore.
  • Tutti i servizi sono gratuiti e garantiscono il massimo anonimato.

Rilevazioni sugli accessi al Centro Antiviolenza da gennaio ad aprile 2015

Età e condizione delle donne vittime di violenza

  • Oltre il 70% delle donne che si rivolgono al Centro ha un'età compresa tra i 28 e i 67 anni. In particolare: il 10% delle donne ha meno di 18 anni (prevalentemente adolescenti che entrano in contatto con il servizio tramite le azioni di prevenzione e formazione all'interno dei 10 Istituti Scolastici Superiori presso i quali il servizio opera); il 18% delle donne ha età compresa tra i 18 e i 27 anni; il 27% tra i 28 e i 37; il 25% tra i 38 e i 47; il 13% tra i 48 e i 57 anni; il 2% tra i 58 e i 67 anni e il 5% è oltre i 67 anni.
  • Il 75% delle donne è di nazionalità italiana; il 10% fa parte dell'Unione Europea; il 15% è extra U.E. Il 42% è residente a Lodi mentre il restante 58% proviene da altri Comuni del territorio Lodigiano.
  • Il 38% ha un diploma di scuola superiore ed il 12% la laurea. Il 12% sono studentesse, il 48% lavoratrici, il 35% disoccupate ed il 5% pensionate. Il 63% è madre.

Tipologie di maltrattamento

  • Il 100% delle donne subisce violenza psicologica, a cui si associano altri tipi di violenza: nel 47% dei casi violenza fisica; nel 33% violenza sessuale; nel 38% violenza economica; nel 15% stalking. La durata del maltrattamento è nel 68% superiore ai 5 anni.
  • Le situazioni rilevate ad alto rischio per la sicurezza e l'incolumità delle donna sono state il 10%, di cui per la metà (n. 3) si è reso necessario attivare una soluzione immediata di pronto intervento e allontanamento. Il restante 90% delle situazioni erano classificate come situazioni di medio rischio, dove, tuttavia, per alcuni casi si è attivata la collaborazione con le Forze dell'Ordine per un monitoraggio. Nel 45% dei casi le donne rivoltesi al Centro Antiviolenza hanno sporto denuncia. Il 50% delle donne ha un referto medico relativo alle violenze fisiche.
  • L'autore della violenza è stato nel 100% dei casi un familiare/conoscente; il marito/convivente nel 56% dei casi; il fidanzato nel 32%, il figlio nel 5%, il padre nel 5%, nel 2% di casi si è trattato di un conoscente. Nel 78% dei casi il maltrattante è di nazionalità italiana; il restante 23% è di origine straniera. L'82% dei maltrattanti è occupato. Nel 49% dei casi il maltrattante ha un reddito medio, nel 10% reddito alto, nel 23% basso e nel 18% è senza reddito. Il 18% dei maltrattanti ha problemi di dipendenza da alcool, da droga o da gioco, il 5% ha disturbi psichiatrici, il 2% ha precedenti penali e il 75% non ha alcun problema riconosciuto.


(21-05-2015)
 

 
locandina dell'iniziativa

Ultima Modifica: 25/05/2022