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Come i media raccontano le differenze

Il comitato 'Se non ora, quando?' Snoq Lodi, insieme all'assessorato Pari Opportunità del Comune di Lodi e alla rete di GiULiA Giornaliste, e in collaborazione con le associazioni ed enti Donne&Donne, Ife (Iniziativa Femminista Europea) Italia, Coged (Coordinamento Genitori Democratici), Ge.Co (Genitori Consapevoli), Centro antiviolenza Orsa Minore, Coloradindaco, Donne In Circolo di Casalpusterlengo, Cooperativa Sociale Emmanuele (Il Mandorlo), Azienda Ospedaliera, Gruppo Terziario Donna Ente Bilaterale del Turismo, organizza per sabato 18 aprile ore 9.30-12.30 aula Magna liceo Verri, via S.Francesco 11, Lodi, l'incontro formativo "Come i media raccontano le differenze - Da un'analisi critica degli stereotipi nel racconto della violenza di genere all'uso corretto del linguaggio, per contrastare culture sessiste e omofobe" tenuto dalle docenti Camilla Gaiaschi, giornalista e dottoranda in Sociologia, Maria Teresa Manuelli, giornalista, dopo l'introduzione a cura dell'assessora alle Pari Opportunità del Comune, Erika Bressani.

L'evento nasce come corso di aggiornamento deontologico dei Giornalisti per i propri iscritti (100, tramite piattaforma Sigef, provenienti anche da province limitrofe) ma, come accaduto in altre sedi (ad es. Milano), essendo di carattere molto divulgativo (verranno proiettate slide che mostrano esempi distorti e corretti da usare) e dunque risultando accessibile a tutti (la sala, inoltre, è dotata di 240 posti), è aperto a chiunque fosse interessato agli argomenti trattati, anche solo come semplice fruitrice/fruitore dei mass-media.

Non a caso vi hanno aderito alcune associazioni che già operano con Snoq nell'ambito delle Officine delle Partecipazione Femminile comunali ma anche le operatrici che si occupano di violenza sulle donne nel territorio (Orsa Minore, Il Mandorlo, Azienda Ospedaliera), altre associazioni interessate alla correlazione tra violenza e uso paritario del linguaggio, enti che si occupano di professioni, l'associazione Coloradindaco che si batte a tutela dei diritti delle persone Lgbt (Lesbian, gay, bixessual, transgender); gli inviti sono inoltre stati estesi ad avvocate/i, docenti.

Info:snoqlodi@gmail.com
Pagina evento su Facebook: https://www.facebook.com/events/1591998807705042/ 

Di seguito, l'approfondimento sui contenuti del progetto (come approvato dall'Ordine dei Giornalisti):

Corso di deontologia giornalistica della durata di 3 ore sul tema del corretto uso del linguaggio nella rappresentazione delle donne e delle persone Lgbt. Il corso consentirà ai partecipanti di acquisire conoscenze e competenze per trattare le tematiche di genere e di orientamento sessuale con un approccio deontologicamente corretto, capace di contribuire alla promozione di una società plurale. Il corso si svolgerà nell'arco di tre ore e sarà suddiviso in due moduli.

Primo modulo: Donne e deontologia giornalistica (Docenti: Manuelli e Gaiaschi). Il recente dibattito sull'uso del femminile nelle professioni e il crescente sdegno della società civile nei confronti del racconto mediatico dei casi di femminicidio rendono urgente una presa di coscienza sulle parole e le immagini utilizzate per rappresentare l'universo femminile. Tante le domande che verranno affrontate con i partecipanti: possiamo ritenere la rappresentazione che i mezzi di informazione propongono delle donne adeguata e sufficiente? Perché così poche donne "esperte" nei tg nazionali? E perché così poco "femminile" tra le professioni e le posizioni apicali? Quanto al tema del femminicidio: quali sono i frame culturali che ne accompagnano il racconto giornalistico? Perché la realtà della violenza di genere (spesso in famiglia e spesso tra italiani) è così distante dalla rappresentazione che ne fanno i media (enfatizzanti lo straniero e l'estraneo)? Passando da un'analisi critica degli stereotipi più ricorrenti nel racconto della violenza di genere all'uso corretto del maschile e del femminile per le professioni e le posizioni apicali, il primo modulo si propone di rendere i partecipanti consapevoli degli stereotipi di genere che giornali e tg riproducono, contribuendo a rendere il cammino verso la parità tra i generi meno difficoltoso.

Secondo modulo:
Persone Lgbt e deontologia giornalistica (Docente: Gaiaschi). Non è sempre questione di pregiudizio: spesso è la mancanza di conoscenza verso le tematiche legate all'identità di genere e all'orientamento sessuale che porta a riprodurre stereotipi sulle persone omosessuali o transgender. Più o meno consapevolmente, i mezzi di informazione rischiano di contribuire al consolidamento di una cultura omofoba che esclude e discrimina le persone Lgbt. Per questo motivo, il modulo intende innanzitutto fornire gli elementi base degli studi di genere: qual è la differenza tra sesso e genere? Tra identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale? Cercheremo inoltre di rispondere ai principali quesiti legati al corretto uso del linguaggio in tema di Lgbt: nel caso di persona transessuale quale genere è consigliabile utilizzare? Perché è meglio scrivere "lesbica" piuttosto che "donna gay"? Perché l'espressione famiglia omogenitoriale è preferibile a famiglia gay? In quali casi l'espressione "utero in affitto" è usata a sproposito? Svelando la "non neutralità" del linguaggio si cercherà di capire in quale modo il giornalismo può contribuire alla formazione di una corretta conoscenza del mondo Lgbt che sia scevra da stereotipi e pregiudizi.

(15.04.2015)
 


Ultima Modifica: 25/05/2022