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Festività Patronali soppresse: appello per salvare San Bassiano

"Rimettete San Bassiano giorno di festa a Lodi": è il nome di un gruppo creato su Facebook dall'assessore comunale alla cultura e al turismo Andrea Ferrari (che in poche ore ha già fatto registrare 250 adesioni), ma è anche un appello condiviso dall'amministrazione comunale, preoccupata dalla prospettiva che la ricorrenza del 19 gennaio, in cui da sempre si celebra il protettore della città, venga derubricata a normale giornata lavorativa, come tutte le ricorrenze patronali d'Italia, per effetto di una norma inserita nella manovra estiva varata dal Governo con un decreto del 13 agosto e convertita definitivamente in legge dal Parlamento il 15 settembre.

"Benché il 19 gennaio sia ancora distante - commenta a tale proposito il sindaco, Lorenzo Guerini - dobbiamo iniziare a porci il problema in modo concreto, perché in realtà siamo attesi da un'altra e determinante scadenza, ben più ravvicinata. Secondo quanto stabilito dalla legge, infatti, entro il 30 novembre di ogni anno con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri vengono stabilite le date in cui per l'anno successivo ricorrono le festività nazionali (ad esclusione di 25 Aprile, 1 Maggio e 2 Giugno) e quelle dei Santi Patroni, in modo che cadano "il venerdì precedente ovvero il lunedì seguente la prima domenica immediatamente successiva ovvero coincidano con tale domenica". Ad oggi, dunque, non sappiamo quali potranno essere queste indicazioni, ma l'orientamento della legge sembra comunque chiaro: le festività patronali non si celebrano nella ricorrenza di calendario ma la domenica immediatamente successiva. Si tratta di una eventualità che l'amministrazione comunale, pensando di interpretare il sentimento di ogni lodigiano, valuta molto negativamente, e che oltre tutto risponde a motivazioni decisamente labili: non si vede infatti come il "recupero" di un giorno lavorativo a spese di una festività possa concretamente contribuire alla ripresa economica. Per estremo, si può anche decidere di tenere le fabbriche aperte 365 giorni all'anno, ma se non ci sono ordinativi gli impianti restano fermi, legge o non legge".
 
Ma quali potrebbero essere le conseguenze concrete dell'eliminazione della festività patronale infrasettimanale?

"Per il calendario San Bassiano cade il 19 gennaio, non la domenica successiva - osserva il sindaco - ed ogni lodigiano ne è consapevole e riconosce questa data come momento centrale tra gli appuntamenti annuali della comunità locale. Ovviamente, per quanto riguarda le celebrazioni religiose sarà la Diocesi ad assumere le decisioni che reputerà più opportune, sulla base anche di quanto indicherà la Commissione Episcopale Italiana, e nessuna legge potrà impedire alle Chiese locali di rispettare le date effettive delle ricorrenze patronali, ma la soppressione della festività impedirebbe a molte persone di partecipare ad eventi importanti, molto sentiti, ferendo il senso di identità e di appartenenza delle comunità locali".
 
Come intende comportarsi, allora, l'amministrazione comunale?

"Intanto manifestando tutto il suo profondo disappunto per una misura inutile all'atto pratico ed incomprensibilmente contraria al sentimento popolare. Attendiamo poi la fatidica scadenza del 30 novembre, sperando in un ripensamento. In caso contrario, sarà necessario studiare qualche soluzione che consenta di garantire la partecipazione popolare alle celebrazioni religiose ed agli eventi civili, coinvolgendo tutti i soggetti potenzialmente interessati: Diocesi, organizzazioni sindacali, associazioni delle categorie produttive, istituzioni scolastiche, la Prefettura per il coordinamento dei vari livelli della pubblica amministrazione presenti in città e nel territorio (perché non dimentichiamo che San Bassiano è il patrono di tutto il Lodigiano e di un'area che si estende anche oltre, comprendendo località delle Province di Milano e di Cremona). Da questo punto di vista, l'amministrazione comunale si impegna a favorire un confronto, anche se continuiamo a sperare che ciò non sarà necessario e che anche a Roma si comprenda come questa disposizione sia priva di senso e di utilità".
(27-10-2011)