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Episodi di violenza: lunedì un vertice in prefettura

"Non  ho elementi per stabilire se i due episodi che si sono verificati il 18 ed il 19 gennaio abbiano collegamenti, siano riconducibili ad un identico contesto, testimonino l'esistenza di un fenomeno con caratteristiche precise o rappresentino fatti isolati. L'approfondimento e l'analisi di quanto è accaduto sono competenza delle forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria, alle cui capacità ed al cui rigoroso impegno io e l'amministrazione comunale facciamo al solito riferimento con grande stima e fiducia, ma è naturale che i fatti di questi giorni destino qualche preoccupazione, sia nelle istituzioni che nell'opinione pubblica della città, ed è quindi doveroso assumere il tema con responsabilità e determinazione. E' per questo che già oggi ho voluto confrontarmi, con un colloquio telefonico, con il Prefetto (che ringrazio per la pronta disponibilità), a cui ho manifestato il desiderio di portare l'argomento all'attenzione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza. Dopo la verifica della disponibilità a partecipare del presidente della Provincia (nei confronti del quale sono analogamente grato, dati i tempi davvero ristretti della convocazione), il Prefetto ha quindi deciso di riunire il Comitato per la mattina di lunedì 24 gennaio".
 
Così il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini, commenta i due episodi di violenza che in rapida successione tra mercoledì e giovedì hanno visto protagonisti in città alcuni stranieri di nazionalità romena e albanese.
 
"Si tratta di circostanze davvero inusuali per la nostra realtà - sottolinea il primo cittadino - Può darsi si tratti semplicemente di una casualità, ma due fatti di sangue in due giorni portano inevitabilmente a interrogarsi. Se alla matrice di questi episodi ci sono motivazioni specifiche, è bene che vengano subito individuate. Quel che è certo è che Lodi non può accettare di diventare un terreno di scontro tra bande. Alle comunità straniere ospiti della nostra città rivolgo un invito: la nostra è una comunità accogliente, in cui l'inserimento non viene ostacolato da pregiudizi e diffidenze e viene anzi sostenuto da tante forme di aiuto e collaborazione; è compito di tutte le persone oneste e civili contribuire a preservare il nostro positivo quadro di convivenza, anche prestando attenzione a eventuali fenomeni negativi che potessero sorgere all'interno di alcuni contesti, per evitare che il cattivo comportamento di pochi getti immotivato discredito su tutti".
 
(21-01-2011)