Il libro, a metà tra un romanzo e una realtà "raccontata" e "vissuta", sottende la volontà dell'autore di raccontare qualcosa di autobiografico degli anni in cui, in diversi modi, si è stati vicini e coinvolti nelle vicende riguardanti la squadra di calcio del Fanfulla. 
Il libro vuol far emergere il rapporto emozionale tra un nonno e un nipote, attraverso un naturale passaggio di testimone, facendo rivivere e trasmettere il significato e le sensazioni che i "Guerrieri Fanfullini" hanno vissuto in quegli anni. 
Le fotografie presenti all'interno del volume, evocano quegli anni con immagini dei protagonisti che portano la propria testimonianza, anche di coloro che purtroppo non sono più tra noi, ma resi partecipi e presenti in questo percorso fatto di emozioni.

Il racconto nasce dalla curiosità di un bambino che durante la festa di compleanno del nonno si rivolge a lui con una serie di domande riguardanti la città di Lodi, fino ad arrivare alla domanda: “Nonno perché la squadra principale di calcio di Lodi si chiama Fanfulla?” Da questa domanda avrà inizio un vero e proprio percorso nel quale il nonno, con il supporto dell’amico Emanuele, figlio di un ex calciatore bianconero del tempo, accompagnerà il nipote all’incontro con alcuni protagonisti del Fanfulla che hanno giocato nel ventennio 1966 /1986. Un periodo che ha rappresentato una graduale ma costante crescita del Fanfulla fino a raggiungere il tetto della serie C1 nella stagione 1983/84, ma anche una repentina caduta culminata con uno dei periodi più bui della storia bianconera nel 1986 che determinò poi un’altra successiva rinascita nell’estate stessa.  Il percorso si sviluppa in 11 tappe nelle quali il nonno, il nipote ed Emanuele incontrano i protagonisti, per “ruoli”, scegliendo anche specifici luoghi che possano in qualche modo rappresentare momenti evocativi di Lodi e della squadra di quei tempi. La Dossenina: il “teatro”……chiude il sipario.