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"Casa di Bambola" al Teatro alle Vigne

Per la stagione di Prosa 2016/2017 del Teatro alle Vigne, il Comune di Lodi propone Casa di Bambola , che si tiene il giorno domenica 5 marzo 2017 alle ore 21.00 presso il Teatro alle Vigne, in via Cavour 66.

Per maggiori informazioni:
Teatro alle Vigne
Tel. 0371 409.855
Fax 0371 409.499
e-mail: teatroallevigne.biglietteria@comune.lodi.it
 

 
 

Casa di Bambola
Domenica 5 marzo 2017 ore 21.00

di Henrik Ibsen
con Valentina Sperlì, Danilo Nigrelli, Roberto Valerio, Massimo Grigò, Carlotta Viscovo
adattamento e regia Roberto Valerio
produzione Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale

Quando nel 1879 “Casa di bambola” fu rappresentato per la prima volta, il dramma suscitò scandalo e polemica ovunque come esempio di un femminismo estremo; tanto che in Germania Ibsen fu addirittura costretto a trovargli un nuovo finale, perché la protagonista si rifiutava di impersonare una madre da lei ritenuta snaturata. Ma, al di là di ogni contenuto polemico, il dramma resta opera di una grande e complessa modernità, abitata da personaggi capaci di parlare ancora ai nostri contemporanei. L’adattamento proposto da Roberto Valerio, partendo da una nuova e attenta rilettura di questo grande classico di fine ‘800, attraverso una riscrittura e rielaborazione scenica del testo, si cerca di approdare ad uno spettacolo dove il centro sia “il dramma nudo”, spogliato di bellurie ottocentesche e convenzioni borghesi. I personaggi si muovono in uno spazio scenografico spoglio/essenziale, sghembo, caricaturale, oscillando tra il sogno e la veglia, tra la verità e la menzogna, tra il desiderio e la necessità. Uno spazio onirico che trasfigura la realtà in miraggio, delirio, allucinazione, incubo. Una scena stilizzata per raccontare al meglio un desolante deserto relazionale ed esistenziale, popolato non da volti ma da maschere che si apprestano a inscenare un dramma della finzione.Con il piglio registico che gli è abituale, Roberto Valerio riveste di contemporaneità un classico del teatro borghese di fine Ottocento, attraverso un taglio venato di amarissima comicità, allo scopo di raccontare la vicenda in maniera più realistica. Un espediente che ricorda il Bertolt Brecht dell'”Ascesa e caduta di Arturo Ui, che appunto con piglio comico raccontò la tragedia dell'ascesa al potere di Hitler; una drammaturgia indirizzata, quindi, verso quel "realismo prospettico" teorizzato da Castri, per il quale il teatro rappresenta la realtà non in maniera diretta, ma leggermente distorta. Ne emerge un'umanità tragicamente vera, dove egoismo e materialismo opprimono quei pochi gesti sinceri che l'individuo riesce a compiere.