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Manutenzione del patrimonio arboreo della città

Deciso l'abbattimento di 7 tigli in viale Piacenza e di 3 alberature all'Isola Carolina

In viale Piacenza, 7 tigli da abbattere sugli 81 presenti; al parco dell'Isola Carolina, altri tre alberi da eliminare, perché pericolosamente instabili. Sono questi gli esiti dei sopralluoghi effettuati tra fine maggio e inizio giugno da Astem e Comune, con la consulenza dell'agronomo Ernesto Mistrangelo, al patrimonio arboreo della città. L'intervento in viale Piacenza inizierà domani, martedì 19 giugno, e proseguirà nella giornata successiva; quello all'Isola Carolina è in programma per le prossime settimane.

Viale Piacenza

Il controllo, resosi necessario dopo lo schianto verificatosi a fine maggio di una branca di un tiglio, è stato effettuato con ausilio di un cestello elevatore auto montato in quota, all'interno della chioma degli alberi. L'indagine si è svolta con una particolare attenzione rivolta verso l'impalcatura da cui si sviluppano le branche primarie, dato che l'esame della meccanica della caduta della grossa branca ha evidenziato che i problemi principali dei soggetti che risiedono ai lati di viale Piacenza sono dovuti in gran parte ai danni provocati dagli interventi di capitozzo effettuati alcuni decenni or sono. Tutti gli 81 soggetti sono stati passati in rassegna, descrivendo schematicamente quanto riscontrato a livello della presenza di carie, fori e anomalie strutturali sulle branche primarie.
Per alcuni esemplari, sia per la presenza di danni o di problemi statici nella zona del colletto, sia per problemi di vitalità prossima al deperimento, si è deciso di valutare drasticamente la loro permanenza in loco. Al controllo in quota, l'esemplare classificato con il numero 84 (sul lato destro di viale Piacenza lungo la direttrice verso il centro città) ha evidenziato una branca primaria completamente secca, che da terra risultava parzialmente celata dai ricacci nella zona della corona, nonché la presenza di ampie cavità che si sviluppavano longitudinalmente verso il tronco. I soggetti 26 e 27, lungo la direttrice verso la tangenziale (nel cui spazio di caduta rientrano due abitazioni basse, trovandosi inoltre in prossimità di uno spazio in cui alcuni anni fa si era verificato un ribaltamento completo di un soggetto di tiglio), hanno mostrato nella zona dell'impalcatura delle branche primarie la presenza di cavità abbastanza ampie, soprattutto in direzione degli edifici, che avrebbero determinato, per poter essere messi sicurezza, un contenimento troppo drastico della chioma, con il risultato di lasciare in piedi soggetti completamente squilibrati. Gli altri due soggetti di cui si è richiesto l'abbattimento sono l'esemplare numero 123 (oggetto dello sbrancamento che, dopo il taglio della vegetazione, si presenta  ormai in condizioni troppo drastiche per poter essere lasciato in piedi) e il soggetto 124, posizionato sull'estremità opposta dell'ingresso carraio all'Istituto Sperimentale per le Colture Foraggere, che presenta una ferita longitudinale molto ampia.
Questa pianta, già indagata con un sondaggio resistografico nel 2009, aveva mostrato uno spessore di legno discreto, in un soggetto che poteva presentare una condizione della chioma regolare, ma il riscontro in quota della presenza di cavità ha fatto propendere per l'abbattimento, anche perché in questo modo si potrà avere una situazione omogenea e simmetrica dei due esemplari arborei ai lati dell'ingresso. L'esame delle parti del soggetto 123 ha evidenziato una situazione che fortunatamente non ha riscontro in tutti gli altri individui del filare e che è collegata alla presenza di tre fattori negativi la cui somma ha determinato la rottura della branca. In particolare, la presenza di un'ampia cavità a sviluppo longitudinale all'interno del tronco, che ha anche interessato la porzione basale delle altre due branche primarie e che è risultata circondata da legno affetto da carie bianca, nonché la presenza di fori di coleotteri cerambicidi che, tranne alcuni casi rilevati nel soggetto adiacente numero 124, non sono stati individuati sugli altri tigli del viale; il peso della chioma e la scarsa capacità di tenuta della branca hanno poi determinato lo strappo e la caduta della grossa branca primaria. Per quanto riguarda le altre operazioni colturali, che dovranno essere affrontate nella prossima stagione invernale, verranno prossimamente individuati i livelli di taglio e le modalità di alleggerimento della chioma, senza ridurre l'albero in condizioni troppo drastiche, per non compromettere ulteriormente la sua vitalità. Nell'intervento bisognerà abbandonare il concetto di una potatura sagomata della chioma, preferendo alleggerire in maniera differente le varie branche a seconda della gravità e dell'ampiezza delle cavità riscontrate, evitando di lasciare monconi che si è notato essere poi soggetti a disseccamento e divenire punto di inoculo di patogeni fungini agenti di carie. Per i primi tempi gli alberi mostreranno un aspetto non ottimale, ma pur di mantenerli in loco con una discreta condizione di sicurezza bisognerà intervenire in questo modo, che è l'unico per conciliare la presenza di piante non a rischio con la gravità degli interventi di taglio da queste subite alcuni decenni fa.
 

Isola Carolina

 Le verifiche sono state effettuate a seguito della rottura di un ramo sull'esemplare arboreo radicato nella parte scoscesa e si è concentrata in particolare sulle condizioni statiche dell'esemplare quadricormico di Pterocarya fraxinifolia, radicato nei pressi dell'area giochi bambini. La pianta è stata controllata allo scopo di poterla mettere in sicurezza, mantenendola sempre in campo, intervenendo sia sulla sostituzione dei sostegni, sia sulla riduzione della chioma, in modo da ridurre il peso della massa che andrà a poggiare sui nuovi sostegni. La pianta presenta decadimenti a livelli del primo grosso taglio di capitozzo eseguito parecchio tempo fa sui fusti, su cui si è sviluppata una notevole massa vegetativa che in alcuni casi, dove il supporto è a contatto con il tronco, sta provocando la spinta del supporto nel terreno. Dall'esame dell'albero si è deciso di intervenire sostituendo i supporti e disponendo quelli nuovi in maniera differente, ricorrendo a supporti singoli e non più ad una incastellatura, nei punti più adatti a sostenere il peso della biomassa.
Sarà necessario posizionare spessore in gomma per evitare di produrre ferite nel punto di sfregamento tra supporto e tronco. Alcuni supporti potranno derivare da quelli che costituiscono l'incastellatura, altri dovranno essere posizionati ex novo.
Per quanto riguarda gli interventi di potatura, saranno costituiti prevalentemente dalla eliminazione o riduzione alla prima o alla seconda forcella basale dei tronchi colonnari cresciuti verticalmente, favorendo invece lo sviluppo di quelle branche a portamento parallelo al terreno. Fortunatamente la pianta è dotato di una notevole capacità di ricacciare a livello dei tagli, in modo da poter ricostituire la chioma nel giro di poco tempo. Sarà comunque necessario prevedere un intervento di potatura a breve periodicità, per allevare la pianta con una forma espansa e più contenuta in altezza. Verranno invece abbattuti un Quercus robur Fastigiata completamente secco, che si trova in posizione adiacente il vialetto asfaltato nei pressi del bar, ed un grosso soggetto di Populus nigra Italica, già sottoposto a pesante contenimento della chioma in occasione dello sbrancamento di una grossa primaria durante il nubifragio di fine luglio 2007.La pianta in corrispondenza del vialetto presenta a livello dei contrafforti basali processi di necrosi con distacco della corteccia, che interessano circa il 40% dei contrafforti.
Questo significa che la pianta sta iniziando un processo che porta alla disgregazione del legno. Lungo il tronco fino a qualche metro di altezza sono visibili carpofori di un agente cariogeno, quindi l'esemplare risulta estremamente pericoloso. Trattandosi di esemplare che sovrasta le strutture del bar e dei tavolini disposti all'esterno, nell'impossibilità di procedere ad un controllo tomografico per la presenza di costolature fin troppo evidenti, si consiglia di procedere all'abbattimento dell'albero. E' infine destinato ad essere abbattuto anche un esemplare di Acer negundo, posizionato nell'area giochi bambini, quasi di fronte l'esemplare di Pterocarya. La pianta presenta un doppio sbancamento in corrispondenza di branche con corteccia inclusa, in posizione tra loro contrapposta, che riduce di molto lo spessore di legno residuo, posto circa a 1,50/2 metri di altezza dal suolo.
Il fatto che l'albero non sia mai stato sottoposto a potatura rende l'esemplare estremamente rischioso, per la possibilità che durante qualche forte temporale estivo si possa spezzare nel punto in cui lo spessore è minimo. La collocazione dell'albero nell'area giochi lo rende fortemente pericoloso e destinato ad essere abbattuto nel più breve tempo possibile.

(18-06-2012)

Le foto di alcuni degli alberi interessati dall'intervento all'Isola Carolina


Ultima Modifica: 25/05/2022