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"Lodi tra il Barbarossa e la lega Lombarda"

Il più grande biografo di Federico I di Svevia (Ferdinand Opll), uno dei maggiori esperti dell'età normanno-sveva (Cosimo Damiano Fonseca) e numerosi altri prestigiosi relatori erano stati i protagonisti del convegno che si tenne il 22 novembre 2008 a chiusura del ciclo di incontri sul tema Lodi tra il Barbarossa e la Lega Lombarda, promosso dalla Società Storica Lodigiana in collaborazione con il Comune, nell'ambito dellecelebrazioni dell'850° anniversario di fondazione della città di Lodi.
A distanza di due anni, sabato 6 novembre (ore 16.00, presso il coro dell'ex convento di Santa Chiara Nuova, in via delle Orfane) verranno presentati gli atti di quella importante giornata, pubblicati sul numero 10 dei Quaderni di Studi Lodigiani (relatore il professor Annibale Zambarbieri, dell'Università di Pavia).
Ad aprire la serie degli interventi in occasione del convegno del 2008 era stato il professor Ferdinand Opll, direttore degli Archivi di Vienna, autore di una monumentale biografia del Barbarossa, che si era soffermato sulla figura dell'imperatore come fondatore di città italiane (Lodi, Alessandria/Cesarea, Crema). A seguire, il professor Cosimo Damiano Fonseca (accademico dei Lincei) aveva sviluppato il tema Città e cattedrale.
Quindi, il professor Aldo Angelo Settia, dell'Università di Pavia, aveva svolto una relazione dal titolo Magni ac mirabiles equites: i combattenti lodigiani nelle guerre per l'indipendenzada Milano (1158-1167). Ulteriori interventi avevano visto protagonisti la professoressa Luisa Giordano dell'Università di Pavia, sul tema Spazi urbani della nuova Lodi, ed il ricercatore storico Fabio Bargiggia su La città distrutta. Prassi e tecniche nella Lombardia della prima età sveva, mentre le conclusioni erano stati affidate al professor Alessandro Caretta, presidente della Società Storica Lodigiana, con riflessioni sulla Terza distruzione di Laus.
Di seguito, si riporta il testo dell'introduzione agli atti del convegno da parte del sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini.
 
"Non sono certo molte le città di cui si può dire di conoscere anno, mese, giorno, ora e persino condizione meteorologica della nascita. Come il professore Alessandro Caretta ebbe modo di ricordare, con la consueta efficacia, nel suo intervento introduttivo dell'appuntamento che concluse, nell'autunno 2008, il trittico di convegni promossi dalla Società Storica Lodigiana in occasione delle celebrazioni dell'850° anniversario di fondazione della città, Lodi appartiene a questo ristretto novero. Pur suggestivo e originale, questo solo elemento non basterebbe sicuramente a marcare e consolidare l'identità storica di una comunità locale e a testimoniare come questa consapevolezza si sia tramandata di generazione in generazione, diventando patrimonio condiviso; è tuttavia indubbio che la rispondenza tra mito fondativo (lo stesso che ogni anno commemoriamo il 3 agosto, festeggiando il "compleanno" della città) e dato storico rappresenti un valore di straordinaria importanza, che contribuisce in modo determinante a definire le radici in cui tutti i lodigiani riconoscono la loro provenienza e ritrovano le ragioni della loro convivenza. In questo senso, il 2008 ha segnato davvero un momento di appassionata riscoperta della nostra storia, con un desiderio di partecipazione ben più profondo del semplice (e con questo non meno legittimo) "pretesto" per celebrare una festa lunga un anno, tra concerti e spettacoli. Basti pensare all'indimenticabile atmosfera di coinvolgimento e vibrante emozione che pervase piazza della Vittoria la sera del 12 luglio 2008, quando la magia di suoni, luci e coreografie dello Studio Festi rievocò in 3 ore oltre 8 secoli di storia; oppure alle migliaia di visitatori della mostra multimediale "Fundamenta Laude", allestita presso l'ex Cavallerizza di via Fanfulla, in cui i lodigiani (grazie alle sempre più sorprendenti potenzialità delle moderne tecnologie) hanno potuto effettuare un viaggio virtuale nella città della seconda metà del XII secolo, prendendo visione del passato per proiettarlo sull'attualità dell'assetto urbanistico in cui si svolge la nostra quotidianità. In tale contesto di riscoperta, il contributo portato alle celebrazioni dell'850° dalla Società Storica Lodigiana si è dimostrato di assoluta eccellenza, con la promozione di tre momenti di altissimo livello culturale, contraddistinti da un rigore scientifico non inferiore a capacità divulgativa, requisito (quest'ultimo) essenziale per fare della storia una materia viva, in grado di suscitare interesse e alimentare passioni. Chi ha avuto l'opportunità di assistere a questi momenti ha tratto interminabili e stimolanti spunti di riflessione sulle origini della nostra città, accostandosi alla comprensione della complessità del contesto storico e socio-economico in cui collocarne la vicenda e delle aspettative e delle ragioni che motivarono la benevolenza del Barbarossa nei confronti dei lodigiani vessati da Milano, acquisendo chiavi di interpretazione ovviamente distanti dalle bislacche letture proposte (curiosamente proprio nel 2008) da una produzione cinematografica intrisa di pesante strumentalizzazione politica. Per tutti gli altri, giunge ora la pubblicazione degli atti, la cui lettura (ne sono sicuro) rappresenterà un'esperienza non meno coinvolgente, capace di farci sentire non solo spettatori a posteriori, bensì custodi (e perciò ancora protagonisti) della nostra storia. Il che è senz'altro il miglior riconoscimento possibile per il merito con cui con la Società Storica Lodigiana continua, con dedizione pari alla perizia, a raccontare a tutti noi cosa siamo stati per aiutarci a capire cosa siamo".
 
(05-11-2010)