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L'intervento del sindaco Lorenzo Guerini su "Il Cittadino"

 
L' INTERVENTO DEL SINDACO SU "IL CITTADINO" SUL TEMA DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE

La lunga esperienza maturata dal Lodigiano nella gestione autonoma degli strumenti urbanistici con cui pianificare e programmare lo sviluppo del territorio (prima con il Consorzio, in seguito con la Provincia) è stata una continua ricerca delle modalità più efficaci con cui costruire le condizioni per governare (e non subire) le formidabili pressioni "scaricate" su questa parte della Lombardia da un sistema di espansione degli insediamenti (sia residenziali che produttivi e di terziario) in forte crescita.
Questa ricerca è stata contraddistinta da un elemento fondamentale, legato alla volontà di gestire un fenomeno così complesso in modo il più possibile coerente e fedele all'identità di un territorio che ha una chiara e storica impronta ambientale e paesaggistica, dovuta alla sua vocazione agricola. In questo difficile percorso sono stati raggiunti molti risultati positivi, così come numerose sono state anche le criticità emerse.
Di sicuro, quello di un'oculata gestione della "risorsa territorio" è un tema sempre più attuale, sostenuto da un'ampia condivisione, trasversale al piano politico come a quello della sensibilità sociale e culturale. L'iniziativa della Provincia di avanzare una proposta di grande respiro su questo tema, proprio nel momento in cui gli enti locali sono chiamati a compiere scelte importanti per il futuro a medio termine del territorio, rappresenta quindi una interessante opportunità. Come noto, la proposta consiste in un "patto", in base al quale i 61 Comuni del Lodigiano si impegnerebbero a limitare nei prossimi cinque anni il consumo di territorio entro l'1 per cento della superficie complessiva, con una significativa riduzione rispetto alle medie degli ultimi due decenni. Per arrivare a questo risultato, non si ipotizzano modifiche alle previsioni e alle regole del Piano Territoriale, il che richiederebbe procedure piuttosto lunghe e comporterebbe indicazioni vincolanti per i Comuni. La strada scelta è invece quella della libera adesione ad un'alleanza fra Comuni, che si assumono la responsabilità, ognuno per il proprio territorio e in maniera solidale fra tutti, di promuovere uno sviluppo di qualità, entro limiti inferiori a quelli previsti sia dal Piano Territoriale che dai Piani Regolatori vigenti. Prima ancora che di un atto amministrativo, si tratta quindi di una iniziativa di alto significato politico.
Anche il Comune di Lodi ha seguito con attenzione i primi passi di questa iniziativa (da quando circa un mese fa è stata illustrata dal vice presidente della Provincia, Fabrizio Santantonio), cominciando a sviluppare le proprie riflessioni.
Innanzitutto, è una proposta i cui principi ispiratori sono perfettamente in linea con gli orientamenti dell'amministrazione della città capoluogo, dove si sta elaborando un nuovo Piano di Governo del Territorio che disegna un futuro in cui lo sviluppo programmato sarà sensibilmente inferiore sia a quanto ipotizzato dal Piano Regolatore vigente (la cui ultima variante generale risale al 1990) che a quanto consentito dal Piano Territoriale.
Per fornire qualche dato, si può anticipare che la crescita degli insediamenti a cui stiamo pensando sarà circa un terzo rispetto a quell'1 per cento indicato nel Patto proposto dalla Provincia e meno di un quarto rispetto al limite consentito dal Piano Territoriale, con una riduzione delle previsioni insediative particolarmente drastica per la zona dell'oltre Adda.
A questo punto centrale del Pgt si abbinano poi altri due "caposaldi", che consistono nel dare priorità al recupero delle residue aree dismesse ancora esistenti nel centro urbano e nella promozione di interventi per qualificare e riordinare i margini urbani, in modo che siano sempre più integrati e omogenei al tessuto complessivo della città.
In quanto capoluogo della provincia, Lodi svolge tuttavia anche una serie di funzioni a servizio del territorio, che portano con sé esigenze specifiche e hanno evidenti correlazioni urbanistiche. Esiste, cioè, una quota di sviluppo "endogeno" (vale a dire causato da fattori esterni) che è sollecitato da questa funzione territoriale e di cui Lodi si fa carico.
Si tratta di un aspetto delicato, di cui il Patto provinciale deve tenere conto, valutando diversamente le situazioni strettamente locali e quelle che rispondono ad esigenze ben più articolate: basti pensare al respiro di un progetto come quello del polo universitario e della ricerca, con tutte le sue componenti, il cui sviluppo non può essere "addebitato" esclusivamente alle potenzialità assegnate a Lodi, magari a scapito di esigenze più "domestiche". Questo tema non è di esclusiva pertinenza della città di Lodi, benché, per la sua condizione oggettiva, Lodi lo viva più direttamente e quasi in modo permanente rispetto al resto del territorio: la responsabilità di cui viene chiesto agli amministratori comunali del Lodigiano di farsi carico deve quindi andare oltre il solo (e pur importante) impegno a non infrangere il limite dell'1 per cento e deve invece estendersi all'approvazione di un meccanismo di "solidarietà" tra Comuni, che distribuisca in modo equilibrato benefici e costi di ogni intervento i cui effetti (per esempio sulla viabilità) possano prodursi ben oltre i confini amministrativi entro i quali viene realizzato un insediamento. Tornando a fare riferimento al tema già citato del polo universitario e della ricerca, il Comune di Lodi si sta muovendo proprio in questa direzione, alla ricerca di condivisione e collaborazione con i Comuni circostanti, in questo specifico caso il Comune di San Martino in Strada. La stimolante proposta della Provincia potrà quindi avere successo nella misura in cui tutti i 61 Comuni forniranno una adesione convinta non solo all'indicazione di un limite all'espansione, ma anche (se non soprattutto) alla partecipazione leale a un preciso meccanismo di compensazione tra Comuni. Diversamente, un percorso che si concluda anche in tempi rapidi, ma con un'adesione non unanime e priva di questa garanzia di "solidarietà" approderebbe a un risultato incompleto e rischierebbe di produrre effetti concreti solo a "macchia di leopardo", creando dannose disomogeneità sul territorio. E' questo l'obiettivo a cui dobbiamo puntare, approfondendo ogni aspetto della questione e favorendo sempre più la partecipazione e il confronto: non 61 isole che mettono barricate ai loro confini, ma un solo territorio, capace di affrontare unito il suo presente per preparare un futuro il più possibile vicino a quello desiderato.

Lorenzo Guerini
Sindaco di Lodi