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Una quercia per Giuliano Mauri, la cerimonia al Parco delle Caselle

 
UNA QUERCIA PER GIULIANO MAURI, AL PARCO DELLE CASELLE UNA CERIMONIA IN RICORDO DEL GRANDE ARTISTA

Una quercia per Giuliano Mauri. Per mantenere vivo il ricordo di un grande artista che ha saputo legare con radici profonde la sua via alla sua terra, con rigore morale ed impegno civile, Comune di Lodi e Naturarte promuoveranno sabato 28 novembre la cerimonia di piantumazione di una quercia che sarà a lui dedicata: l'appuntamento è per le ore 15.00 presso il Parco delle Caselle di via San Colombano, dove già nel 2007 ne fu piantata un'altra, in ricordo di Joseph Beuys. A fianco alle due querce verrà posta anche una targa che riproduce una frase di Beuys, pronunciata nel maggio del 1984 durante una conferenza sul tema della "Difesa della Natura":"Noi piantiamo gli alberi e gli alberi piantano noi, poiché apparteniamo gli uni agli altri e dobbiamo esistere insieme".
Alla cerimonia parteciperanno l'assessore comunale alla cultura Andrea Ferrari e il coordinatore del progetto Naturate, Mario Quadraroli.

Giuliano Mauri e Naturarte

"Ho conosciuto Mauri nel 1966, frequentavamo assieme lo scultore Mauro Staccioli (in quegli anni attivo a Lodi), il gallerista Giovanni Bellinzoni, e don Luciano Quartieri. Di quel periodo ricordo i suoi dipinti a olio ispirati dalla natura e animati da una fantasia acre e sapiente. Con lui mi sono sempre sentito a mio agio, l'ho visto muoversi e lavorare con una discrezione che lasciava comunque trasparire una forte tensione umana. La sua figura fisica già si proponeva come una sorta di autobiografia: occhi larghi come chi ha visto di tutto, mani forti come chi ha fatto di tutto. Raccontava volentieri il suo passato di pittore di cartelloni cinematografici, poi da pugilatore a panificatore sempre con gran destrezza di mani, abile nell'impasto come nell'intreccio del ramo e del filo di ferro ... quello che a Lodi chiamiamo anche ramino. Amava definirsi "carpentiere"; di lui dicono che costruisse cattedrali, ponti, giostre, scale senza fine, boschi, isole, cieli. In realtà la sua arte ha superato la storica dicotomia fra estetica e natura, le sue installazioni, realizzate esclusivamente con materiali naturali recuperati dalle potature degli alberi e in perfetta armonia con l'ambiente, si qualificano come Architettura Vegetale. Giuliano Mauri è stato, e continuerà ad esserlo, uno dei più noti e apprezzati esponenti internazionali di quel movimento artistico riconosciuto come "Art in Nature". Con il suo lavoro si è confrontato con il paesaggio italiano, ma non solo, è stato chiamato a lavorare anche a Chicago, ad Hannover, in Danimarca, in Germania nei pressi di Dresda. Artista con la valigia sempre pronta per partire e far fronte alle continue richieste di progetti, anche nei periodi difficili della sua malattia. Ma la notorietà di Mauri a Lodi è stata relativamente recente, altrove l'avevano capito e promosso critici come Elmar Zorn e Pierre Restany, la Fondazione Mudima di Gino Di Maggio e Gabriele Mazzotta, studiato e analizzato dall'intelligenza critica di Vittorio Fagone e Philippe Daverio, "storicizzato" dalla Biennale di Venezia e dalla Triennale di Milano, inserito nei libri di testo di storia dell'arte dei Licei Scentifici, oggetto di tesi di laurea in diverse Università del nostro Paese. Naturarte è iniziata nel 1998 per far conoscere, innanzitutto, il lavoro di Giuliano Mauri. I percorsi artistici nel Lodigiano di quell'anno iniziarono con la visita al bosco delle Tre Cascine, dove il pubblico poteva finalmente ammirare il suo Ciclico Gerundo per passare poi da Caviaga e scoprire l'Albero dei Cento Nidi, le opere che Mauri in quegli anni aveva realizzato nel paesaggio lodigiano creando rapporti di trasformazione-evoluzione nella natura che segnavano il trascorrere del ciclo delle stagioni. Poi Naturarte ha scelto anche altri percorsi, ma ha mantenuto sempre rapporti stretti con Mauri, che non mancò mai nelle sue edizioni successive. Per questa ragione è stata dedicata a lui la rassegna di quest'anno all'Arsenale di Bertonico, dove sono stati presentati gli Orti d'Artista, le performance creative che caratterizzano l'edizione di Naturarte 2009. Nel maggio del 2007, Mauri aveva voluto presenziare al convegno su Joseph Beuys-Difesa della Natura che Naturarte aveva organizzato presso l'Archivio Storico di Lodi con la partecipazione di Lucrezia De Domizio Durini e Antonio d'Avossa, massimi studiosi del pensiero beuysiano: in quell'occasione, Mauri aveva raccontato del suo incontro con l'artista tedesco alla biennale di Venezia del 1976 e del suo scetticismo (all'epoca) nei confronti del "mostro sacro" dell'arte contemporanea, ma poi la sua ricerca ha trovato affinità elettiva con lo sciamano piantumatore di quercie. Nel 2008 Naturarte ha realizzato, sotto la sua regia, un video che raccoglie quasi trent'anni della sua attività artistica: parte delle immagini di questo video sono servite da sottofondo quando il 19 gennaio scorso, al Teatro alla Vigne, Lodi gli ha riconosciuto la massima onorificenza cittadina, il Fanfullino; in quell'occasione, per lui hanno parlato le immagini. Giuliano ci manca tanto ma ci anima una convinzione martellante nella mente: se il mito di Mauri la feconda, la natura resiste".

Mario Quadraroli
Coordinatore del progetto Naturarte