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Mostra "Il Gelso di Giovanni Bellinzoni"

Il Comune di Lodi promuove la mostra "Il Gelso di Giovanni Bellinzoni" curata da Mario Quadraroli, Mariapia, Giovanna e Gianpiera Bellinzoni. Allestita presso lo Spazio Bipielle Arte in via Polenghi Lombardo, la mostra è l'omaggio a Giovanni Bellinzoni in ricordo della storia della galleria da lui avviata nel 1970.

Si riporta la presentazione di Marina Arensi:

Era il 1970 e si apriva il decennio nato dal miracolo economico, segnato dal post sessantotto e dall'impegno politico, quando Giovanni Bellinzoni avviò a Lodi la vicenda della galleria “Il Gelso”. Dire galleria, nel senso più comune del termine che indica un luogo di vendita delle opere d'arte, è fortemente riduttivo rispetto a ciò che in realtà è stato lo spazio aperto il 24 ottobre in via Marsala 48 e trasferito tre anni dopo al numero 31 della stessa strada. La sua storia ha assunto connotati ben più ampi, presentandosi fin dagli esordi come una realtà che Lodi non aveva mai vissuto e di cui sentiva il bisogno, e che non ha trovato continuità in successivi episodi quando, al termine di un intenso ventennio, il trascolorire del tempo di cui si era nutrita aveva aperto pagine nuove d'arte e di vita.

L'arte, cuore pulsante del “Gelso”: ma quella che radunava intorno a sé incontri e discussioni, nel clima di dibattito culturale capace di attrarre insieme agli artisti e ai critici anche quanti cercavano dalla produzione creativa la chiave per comprendere il senso esistenziale di un'epoca di straordinari e rapidissimi mutamenti. La rivoluzione delle seconde avanguardie aveva spalancato le porte ai nuovi linguaggi espressivi, e fu tra le pareti di “Il Gelso” che i lodigiani videro per la prima volta le esperienze delle installazioni, delle performance e degli happening, lungo il filo di quella circolarità dell'espressione artistica che guardava al mondo che stava cambiando e ne indicava i riflessi nell'arte, facendo della galleria un centro di confronto culturale. L'azione coraggiosa e convinta di Giovanni Bellinzoni portò nella Lodi di allora la body art di Arnulf Rainer, la Mec-Art di Aldo Tagliaferro e l'arte cinetica di Davide Boriani, e poi Agostino Bonalumi, Dadamaino e Alik Cavaliere, e ancora il gruppo milanese di impegno politico composto da Paolo Baratella, Fernando De Filippi, Umberto Mariani e Giangiacomo Spadari, o Mauro Staccioli che viveva allora i suoi anni lodigiani. Fu l'opera di Lucio Fontana a segnare nel 1973 il trasferimento della galleria nella sede definitiva, dove le proposte si estesero alla fotografia e alla grafica: scelte sostenute dalla coscienza dell'arte come espressione del proprio tempo, maturata da Bellinzoni nelle frequentazioni dei suoi “lunedì milanesi”.

Nasce da quelle giornate di incontri il ponte che collegò Lodi alla vivacità di Milano, crocevia delle ricerche allora più attuali. Sono le parole ancora tinte di nostalgia di quanti hanno vissuto “Il Gelso”, a raccontare gli anni del “cenacolo” la cui anima era Dodi Bellinzoni moglie di Giovanni, e le cene nelle trattorie di campagna dopo le inaugurazioni della domenica pomeriggio che portavano in città il riflesso del dinamismo del capoluogo lombardo, rimaste nella memoria di tanti autori. Chiamati a raccolta in ricordo della storia della galleria, sono quegli artisti del “Gelso” a comporre in questa mostra l'omaggio a Giovanni Bellinzoni, a venticinque anni dalla scomparsa.


Apertura della mostra venerdì 25 maggio 2018 alle ore 16.00
Inaugurazione domenica 27 maggio alle ore 17,30
Evento collaterale alla mostra domenica 3 giugno alle ore 17.00: Lucio Fontana e Lodi: un rapporto da scoprire, con Marina Arensi e Mario Quadraroli.

Orari d'apertura:
da martedì a venerdì dalle ore 16.00 alle ore 19.00
sabato, domenica e festivi dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00

Ingresso libero

(16/05/2018)


locandina dell'iniziativa