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Tullio Solenghi all'Auditorium BPL per la Stagione di prosa con "L'ultima radio"

 
L'ULTIMA RADIO: ALL'AUDITORIUM BPL PER LA STAGIONE DI PROSA DELLE VIGNE IL MONOLOGO DI TULLIO SOLENGHI SULLA MAGIA DELLA MODULAZIONE DI FREQUENZA SCRITTO DA SABINA NEGRI 

Io mi sono "arrabattato" per molti anni nell'intento di limitare la ricezione di messaggi alla sola stazione cui erano diretti e non mi sono accorto di avere in mano una fortuna d'inestimabile valore: la radiodiffusione. La possibilità di ricevere contemporaneamente in molte località un'unica trasmissione fu considerata per molti anni un gravissimo difetto della radio ed essa invece può rendere immensi servizi circolari.
(Guglielmo Marconi)

Quando chiedete alle persone se ascoltano la radio è facile che rispondano "No". Quando poi chiedete loro se, quando sono in macchina, tengono la radio accesa rispondono "Sì". Il fatto è che non l'ascoltano, ci stanno seduti dentro.
(Schwartz)

La radio organizza il mondo per l'orecchio.
(Rudolph Arnheim)

Formatosi negli anni del fermento delle "radio libere", il proprietario/conduttore di una emittente fallisce e vanifica il suo intento espressivo e artistico. La sua radio deve chiudere per mancanza di fondi e di ascoltatori. Nell'epoca dove regnano lo share e l'auditel, non riesce a stare al passo, nonostante il suo programma sia bello, interessante e onesto. Certo non ha la polemica indole del Bogosian di Talk Radio o l'impegno politico di Peppino Impastato, ma il suo è un programma. Allora come mai chiude?
E' questo il tema attorno al quale ruota L'ultima radio, lo spettacolo scritto da Sabina Negri che domenica 14 dicembre (ore 21.00, Auditorium Bpl) verrà rappresentato nell'ambito della stagione di prosa del Teatro alle Vigne, con l'interpretazione di Tullio Solenghi e la regia di Marcello Cotugno. L'intento è quello di elevare la vicenda del protagonista al di là di una fenomenologia minimalista di "fatterello" e renderla metateatrale: l'uomo è il protagonista della sua vita, del suo microcosmo, rappresenta il mondo di chi non ce la fa perché è troppo dura e se non ti sporchi le mani resti indietro.
La telefonata che il protagonista aspetta e che non arriva non è molto diversa da quella che aspetta la donna della Voix Humaine di Cocteau, rappresenta l'urlo disperato di tanta gente che vive una vita di speranza che non riesce a trovare il canale giusto per emergere anche un po' dalla solitudine. E come può dunque un piccola radio completamente auto gestita, in più da una sola persona, andare avanti? Troppi cavi, antenne e satelliti hanno creato una macro produzione di eventi culturali mediatici dove una vecchia piccola radio libera ha una sola libertà: quella di affondare con tutta la nave nelle onde a modulazione di frequenza. La scena è scarna, quasi metafisica, formata da un parallelepipedo di plexiglass, musiche prese dal repertorio della vita di tutti, senza mai banalizzarne il contenuto espressivo e anzi ricercando nomi meno noti ma forse per questo più incisivi e neutrali. "La possibilità di lavorare accanto ad un attore della levatura di Tullio Solinghi - spiega il regista - mi ha fornito continui spunti, come in un'improvvisazione costante e mai ovvia, per navigare nel testo di Sabina Negri, i cui preziosi racconti forniscono schemi di un'era passata ma presente, nel nostro ricordo, del futuro che verrà. Ricordando, tra l'altro, che Edwin Howard Armstrong, l'inventore dell'FM (la modulazione di frequenza in contrapposizione alla modulazione d'ampiezza AM), la radio che tutti oggi ascoltiamo, morì suicida nel 1954 schiacciato dalle guerre legali col colosso RCA che aveva il monopolio della radio AM".

Una vita per la radio, una radio per la vita

"La parola radio per quelli della mia generazione ha un potere evocativo particolare: in quei lontani anni '50 infatti il totem attorno al quale la sera si riunivano le famiglie era costituito da quello strano aggeggio, l'imponente mobile-radio, infarcito di valvole con due manopole madreperla sul frontale, che avevano il magico potere di proiettarti in uno sconfinato mondo di voci e di suoni. Ricordo di allora l'inconfondibile piglio toscano di Silvio Gigli, o la calata spoletina di Alberto Talegalli. Sempre alla radio devo poi il mio debutto in arte, ad appena 17 anni, come "annunciatore sostituto" al Gazzettino della Liguria, sede R.A.I. di Genova. E ancora la radio è stata alla base della mia avventura lavorativa forse più esaltante, quando col "trio" varammo nel 1982 Helzapoppin Radio Due, preziosa palestra di tutte le nostre future creazioni e trasmissione che si rivelò poi programma-cult. L'approccio col testo di Sabina Negri è stato perciò un qualcosa di più che il rapporto con un mezzo espressivo che ha fatto da sottofondo alla mia carriera artistica, ma, come accade per il protagonista di L'ultima radio, pur se in maniera differente, ha caratterizzato anche i momenti più significativi della mia esistenza. Il conduttore-factotum ripercorre l'avventura di questa sua emittente, ed essa coincide con un ben più profondo bilancio della sua vita, che passa attraverso quei miei stessi anni, anni densi di speranze deluse, di scelte essenziali, di esperienze che hanno lasciato un solco incancellabile nelle rughe del tempo. Ci ho messo dentro molto di me, virando un po' più verso l'ironia, che è alla base della mia ricetta di sopravvivenza. Anche la scelta del tappeto musicale sul quale si muove il tutto ha avuto una forte valenza evocativa, e qui ho trovato la preziosa collaborazione di Marcello, dal quale mi separano almeno due generazioni, ma con cui ho verificato "sul campo" una totale sintonia espressiva che non conosce datazioni o classificazioni. Devo confessare che generalmente non sono attratto dal "monologo", ma qui a convincermi è stato il contesto del tutto diverso: il "solista" in questione è solo il tramite di una infinita catena di contatti, rapporti, evocazioni; egli rappresenta la preziosa sinapsi tra gli infiniti microcosmi di umanità che affollano l'esistenza di ognuno di noi".
Tullio Solenghi

Breve fenomenologia incompleta di alcuni momenti della musica di tendenza

"Nel 1982 un amico mi propose di lavorare in una radio. La mia conoscenza musicale era abbastanza eterogenea, dovuta ad una maniacale passione che mi portava ogni estate a Londra per scovare le novità d'oltremanica più interessanti del nostro panorama fatto di pop leggero e poco innovativo. Erano gli anni della new wave, gruppi come i Cure, Siouxsie and the Banshees, Joy Division assieme ai mitici Clash e Sex Pistols in Inghilterra e Patti Smith, i Ramones e i Television di Tom Verlaine negli Usa impazzavano con i loro riff misti di rock'n roll e suoni della metropoli. Parole come "paranoia", come "pogare", come "sabato sacro" erano di norma per quella tribù notturna che affollava i locali alternativi dove si poteva ballare la new wave, o la musica dark dei Bauhaus oppure l'elettronica dei Simple Minds o degli Human League di Dare!
Nel frattempo in altre zone della città le discoteche alla moda suonavano la musica di Kool & The Gang (il mitico Get down on it) e la Disco Music, odiata dai rockettari.
In quegli anni si inziava anche a ballare il rap di Grand Master Flash in queste discoteche "in" e i ricchi figli di papà che le abitavano erano completamente all'oscuro della forte dimensione politica che aveva fatto nascere il rap nei sobborghi della gente di colore americana. Ma il panorama musicale vive di corsi e ricorsi e allora di lì a poco ecco il revival della musica psichedelica degli anni '60, il cosiddetto "paisley underground", che riprendeva le tematiche acide degli Standells o dei 13th Floor Elevator o dei più noti Beatles e Kinks. Nel 1990 la svolta la diedero i Public Enemy, che per primi campionarono una piccola sequenza presa da un brano già edito. La rivoluzione partì da lì, i Massive Attack e Tricky sancirono la nascita di livelli musicali incrociati e "crossover", mentre la scia rock si addolciva con il post rock, più melodico e meno parlato con improvvise raffiche strumentali. Si potrebbe ovviamente continuare a lungo a parlare delle evoluzioni della musica, e quindi della radio. Nel 1982 Radio Spazio Popolare a Napoli era una radio completamente autogestita, i miei ricordi vanno dai lavori di muratura nella sede di Soccavo (manco a dirlo un sottoscala umido) a cordate di volontari per tirare su i ripetitori ai Camaldoli. Il mio programma (per la verità lo conducevo con mio fratello) era sulle nuove tendenze della musica new wave e si chiamava Ha Ha Herman (dai fumetti di Schultz). Si andava spesso a ballare e ai concerti, spesso a Roma, era tutto molto esaltante. Oggi la radio si è molto evoluta rispetto alla fine dei '70.
Pochi forse sanno che una delle prime radio fu creata da Claudio Villa e da suo figlio Mauro. Le cosiddette "radio libere" cercavano di dare un'alternativa alla Rai che mandava solo canzonette sui primi due canali e programmi culturali sul terzo (esisteva anche la filodiffusione, diffusa appunto via cavo telefono, una bizzarra anticipazione della radio web). Oggi la radio è su internet, sui cellulari, e in alcuni casi non prevede più la figura del conduttore (vedi Life Gate). Possibilità di scegliere programmi in podcasting con playlist scelte dall'utente, addirittura lettori dvd collegati alla rete internet che si collegano con migliaia di radio in tutto il mondo, o televisione via cavo con programmi radio a diffusione continua con tematiche di genere. Ma nonostante questo oggi la radio vive una sua seconda giovinezza, tutti noi in auto o a casa o dove più crediamo, accendiamo la radio. C'è un senso di partecipazione alla vita che esalta e fa compagnia.

Uno stesso brano sentito da un cd o alla radio in diretta ci risulta essere diverso, più vivo, perchè ci rende parte di una realtà fenomenica in movimento".
Marcello Cotugno

Biografia artistica di Tullio Solenghi

Nato nel 1948 a Genova, a 17 anni frequenta la Scuola di Teatro del Teatro Stabile di Genova. Debutta in teatro nella stagione 1970-71 in Madre Courage di B.Brecht a fianco di Lina Volonghi, produzione dello Stabile di Genova. Sempre allo Stabile seguono sette stagioni teatrali che comprendono testi di Molière, Pirandello, Shakespeare, Goldoni, con regie di Squarzina, Quartucci, Besson, Costa, Giovangigli, a fianco, oltre che della stessa Volonghi, di Alberto Lionello, Tino Buazzelli, Giorgio Albertazzi, Lilla Brignone, Giulio Brogi, Eros Pagni, Omero Antonutti, Lea Massari. Nel 1977 debutta con uno spettacolo di cabaret al Refettorio di Milano insieme a Beppe Grillo. Nel 1978 debutta in tv in Luna Park, varietà condotto da Pippo Baudo, con Grillo, Fioretta Mari, La Smorfia, Heater Parisi, Enrico Beruschi. Seguono alcune commedie brillanti per la tv (La Pulce nell'orecchio, Le Pillole d'Ercole, La Zia di Carlo, Due Dozzine di Rose Scarlatte con Aroldo Tieri, Giuliana Loiodice, Paola Quattrini, Milena Vukotic, Paolo Poli: le regie sono di Eros Macchi, Daniele D'Anza, Davide Montemurri, i gemelli Frazzi). Alla fine degli anni '80 partecipa a varietà televisivi con Ave Ninchi, Corrado, Sandra Mondaini. Nel 1982 fonda il Trio con Anna Marchesini e Massimo Lopez, dapprima alla radio con il varietà Helzapoppin Radio Due, poi in tv con Tastomatto, Domenica In (1984, con Damato, Gardini) Fantastico (1987, Baudo, Martinez, Cuccarini), I Promessi Sposi (che nel 1990 registra l'ascolto record di 14 milioni di telespettatori). Sempre con il Trio nel 1987 e nel 1990 realizza due spettacoli teatrali record di incassi, Allacciare le Cinture di Sicurezza e In Principio Era il Trio.
Il Trio si scioglie nel 1994, l'anno successivo è protagonista della fiction per Rai Due Primo Cittadino. Nel 1996 interpreta Due di Noi di M.Frayn con Anna Marchesini, in cartellone al Piccolo Eliseo di Roma per tre mesi di esauriti. In televisione, sempre in coppia con la Marchesini, è autore e interprete del tv-movie in due puntate La Rossa Del Roxy Bar.
Nello stesso anno conduce una fortunata edizione di Striscia La Notizia a fianco di Gene Gnocchi, la conduzione verrà bissata l'anno successivo, quando inoltre interpreta con lo stesso Gnocchi e con Veronica Pivetti il film di Lina Vertmuller Metalmeccanico e Parrucchiera. Dal 1996 in poi è testimonial di una pubblicità-cult per la Lavazza a fianco di Riccardo Garrone. Nella stagione teatrale 1997/98 debutta con il musical Frankenstainmusical, di cui è anche autore insieme a Presta e Dose, le musiche sono di Daniele Silvestri. Lo spettacolo risulterà essere il quarto incasso della stagione.
Sempre nel 1998 presta la voce al personaggio di Scar, nel cartone animato di Walt Disney Il Re leone. Nella stagione 1998/99 conduce Domenica In a fianco di Gian Carlo Magalli.
Nel giugno 1999 torna in teatro con Insalata Di Riso, che dopo una fortunata tournèe in tutt'Italia verrà ripreso anche dalla tv per la serie Palcoscenico.
Nella stagione televisiva 2000/2001 è ospite fisso del programma Convescion di Rai Due, con i personaggi di Giampiero Mughini e del Cardinal Vesponi.

Nella stagione 2001/2002 è ospite del programma Quelli Che Il Calcio, condotto da Simona Ventura, con due nuovi personaggi: Flavio Briatore e il calciatore Damiano Tommasi.
Nella stessa stagione prende parte anche a Convenscion a colori con i personaggi di Luca Giurato, Rosa Russo Iervolino ed Enzo Biagi. Nel gennaio 2002 torna a fare coppia con Massimo Lopez in ambito pubblicitario (campagna Telecom) e teatrale.
Sempre con Massimo Lopez debutta in teatro nella stagione 2003/2004 con La Strana Coppia di N.Simon, spettacolo che verrà ripreso nella stagione 2004/2005, risultando lo spettacolo di prosa più visto per due anni consecutivi. Nella stagione teatrale 2005-2006 inizia la sua collaborazione con la produzione Lavia-Anagni. Primo spettacolo realizzato La Bisbetica Domata di W.Shakespeare con la regia Matteo Tarasco.
Solenghi è Petruccio in una inedita edizione "tutti uomini", secondo lo schema interpretativo del teatro elisabettiano. Lo spettacolo viene calorosamente accolto dai maggiori palcoscenici italiani per due stagioni consecutive. A marzo 2007 debuta con lo spettacolo Le nozze di Figaro di Beaumarchais, coprodotto da Compagnia Lavia/Procope Studio.

(11-12-2008)



Teatro alle Vigne
Stagione di prosa 2008/2009
Domenica 14 dicembre - Ore 21.00
Auditorium Bpl (via Polenghi Lombardo)

L'ultima radio

di Sabina Negri
regia: Marcello Cotugno
con: Tullio Solenghi
produzione: Procope studio s.r.l.
Biglietti: € 21,00 intero, € 17,00 (fino a 25 anni)
Prevendita: martedì e giovedì 10.00-12.30, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì 15.00-18.00, terzo sabato di ogni mese 09.30-12.30
Nei giorni di spettacolo i biglietti sono in vendita
da un'ora prima della rappresentazione.
La biglietteria, nell'orario di apertura,
accetta prenotazioni telefoniche o via mail e fax
TEATRO ALLE VIGNE Via Cavour, 66 - Lodi
Tel 0371/425862-3, fax 0371/549104
E-mail
biglietteria@teatroallevigne.net 



Ultima Modifica: 25/05/2022