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Abbattuto il pioppo secolare di via Fascetti "vittima" del tornado del 30 luglio

 
IL PIOPPO SECOLARE DEL PARCO DI VIA FASCETTI ULTIMA "VITTIMA" DEL TORNADO DEL 30 LUGLIO: ABBATTUTO OGGI L'ALBERO MONUMENTALE, CHE ERA ORMAI A RISCHIO DI CROLLO

Il grande pioppo bianco secolare del parco di via Fascetti (uno splendido esemplare, inserito nel censimento provinciale degli alberi monumentali) è l'ultima "vittima" del tornando che nella notte tra il 30 e il 31 luglio si è abbattuto con furia di straordinaria intensità sulla città. La pianta, la cui stabilità era irrimediabilmente compromessa, è stata abbattuta oggi, dopo 24 ore di valutazione sugli esiti dei sopralluoghi effettuato ieri da vigili del fuoco, Astem e tecnici comunali, con la collaborazione del dottor Mistrangelo, il patrologo consulente del Comune. "Si è trattato di una decisione dolorosa, ma inevitabile - spiega l'assessore all'ambiente, Simone Uggetti - Questa perdita aggrava ulteriormente il bilancio dei danni ambientali provocati dal maltempo, le cui conseguenze si faranno sentire ancora a lungo sotto questo profilo. In un caso, almeno, quasi paradossalmente, vento e grandine sono stati di una qualche "utilità": mi riferisco al parco dell'Isola Carolina, dove notoriamente la vegetazione ha raggiunto una concentrazione così fitta da non permettere un corretto sviluppo delle piante, molte delle quali nel corso dei decenni si sono sensibilmente indebolite. Uno degli elementi principali del progetto di riqualificazione del parco che promuoveremo nei prossimi due anni si basa infatti proprio sulla selezione delle piante e una loro riduzione. In questo senso, il tornado della scorsa settimana ha operato una sorta di "selezione naturale", evidenziando gli esemplari più fragili e senza possibilità di adeguamento consolidamento".
Di seguito, si riportano ampi stralci della relazione tecnica sugli esiti dei sopralluoghi effettuati ieri all'Isola Carolina, in viale Dalmazia e al parco di via Fascetti, con lo scopo di procedere alla ricerca di eventuali situazioni di rischio per soggetti da mettere in sicurezza o da destinare ad abbattimento a breve termine.

ISOLA CAROLINA

 
Il parco cittadino più grande è anche quello che ha sofferto i danni maggiori dal forte nubifragio. Una volta liberato il terreno dalle ramaglie cadute si è potuto constatare che i danni sono gravi fortunatamente minori di quello che a prima vista poteva sembrare. Gli alberi caduti sono limitati e le ceppaie dei soggetti che sono stati tagliati poiché irrimediabilmente compromessi (almeno nella prima fase dei controlli) sono fortunatamente poche. Il grosso dei danni provocati consiste in rotture di branche più o meno grandi schiantatesi totalmente o parzialmente strappate e rimaste in chioma.
Il sopralluogo ha evidenziato una ventina circa di soggetti da abbattere con procedura immediata per la successiva apertura dell'area al pubblico. Il problema di base (peraltro noto per l'Isola Carolina) consiste nella eccessiva omogeneità e fittezza delle piantagioni, che in futuro dovranno essere sottoposte ad operazioni di diradamento qualitativo a carico dei numerosi soggetti presenti. Tutto cio ha provocato una crescita esagerata di individui filati che, in mancanza di una capacità di sviluppo vigoroso, hanno prodotto individui privi di una chioma laterale, in cui il difetto si è esplicato in maniera più grave, rendendo pressoché impossibile procedere ad operazioni di contenimento o diradamento anche marcato della chioma, come interventi di messa in sicurezza dopo danni di grande intensità. Le chioma filate, infatti, impediscono di poter effettuare tagli di riequilibrio poiché mancano le strutture laterali su cui effettuare il ritorno della vegetazione.
La ventina di soggetti individuata comprende anche alberi che hanno subito un secondo tipo di danno, dovuto a torsioni del fusto talmente violente che hanno provocato una incurvatura così accentuata che è impossibile che possano ritornare alle condizioni originarie. L'intera area del parco è stata sottoposta ad accurata verifica, riscontrando ulteriori soggetti da abbattere non strettamente collegati ai gravissimi problemi fitostatici determinati dagli eventi atmosferici ma a seguito di danni subiti che ne hanno compromesso lo sviluppo futuro. Una terza categoria riguarda individui che hanno subito danni localizzati di vasta entità, che hanno messo in luce una condizione fitostatica che non può essere risolta solo mediante l'alleggerimento o il consolidamento della chioma. Esaminando il fatto sotto un aspetto diverso si può affermare comunque che il nubifragio ha compiuto una sorta di selezione naturale, eliminando quegli individui che non presentavano più un sufficiente standard di sicurezza e favorendo invece tutte le piante che non hanno subito danni tali da richiederne l'abbattimento e che potranno in questo modo trovare condizioni migliori di sviluppo della loro chioma.
Il gruppo degli abbattimenti che dovranno essere eseguiti a breve mentre l'area rimane chiusa al pubblico è al momento strettamente limitato alla situazione contingente.
Sono presenti altri soggetti che necessitano di controllo strumentale per valutare la loro permanenza in piedi a seguito di eventuali interventi di messa in sicurezza.
Sono stati altresì individuati un'altra ventina di soggetti che hanno subito danni più o meno gravi ma che possono essere risolti con una potatura, limitata al momento alla sola rifilatura dei monconi delle parti spezzate e alla rimozione delle branche rotte.
Si rimanda il prossimo controllo al periodo autunno-invernale, quando le piante avranno completamente perso le foglie per effettuare un eventuale ulteriore gruppo di abbattimenti, che saranno determinati dall'esito dei controlli strumentali, così come tutti quegli ulteriori interventi di potatura più selezionata da effettuarsi preferibilmente con la tecnica "tree climbing" o con l'utilizzo di piattaforme a ragno.
Tra i soggetti da abbattere è stato inserito anche un grosso acero saccarino pluricormico nell'aiuola sopraelevata rispetto al piano viario, sottoposto a una spaccatura di tutta la chioma sul tronco centrale leader, che ha rilasciato diverse branche fortemente arcuate verso terra ma prive della copertura superiore fornita dal fusto centrale e quindi più suscettibili ad ulteriori schianti nel caso di forti piogge. La decisione in merito sul mantenerlo parzialmente ridotto o sulla rimozione totale potrà essere presa durante l'operazione di abbattimento, dato che le branche arcuate non possono essere contenute ulteriormente, mancando di valide ramificazioni laterali su cui potere fermare i tagli di ritorno. La valutazione dei danni ha permesso di mettere in luce una risposta selettiva nei confronti di alcune specie rispetto ad altre e questo è esteso a tutto il territorio cittadino.
La massa dei dati ottenuti potrà essere una base molto importante per compilare un promemoria che consigli quali specie piantare rispetto ad altre.
Per fornire qualche indicazione sommaria si è potuto verificare per esempio che: le querce piramidali hanno risposto meglio al vento rispetto ai pioppi cipressini; i bagolari e i platani hanno reagito molto bene rispetto agli aceri negundo e ai Liquidambar (in particolare quando in presenza di difetti strutturali collegati a corteccia inclusa); le farnie e i pioppi bianchi hanno risposto meglio rispetto ai pioppi ibridi e agli olmi.
Questi ultimi in particolare hanno provocato danni soprattutto su soggetti sottoposti in passato a forti operazioni di potatura che hanno provocato lo sviluppo di una vegetazione di sostituzione vigorosa ma anomala che poi si è spezzata nei punti di attacco sul tronco.


Soggetti da abbattere all'interno dell'Isola Carolina

Soggetti da abbattere all'interno dell'Isola Carolina
Codice
Genere e specie
Motivazioni
01
Populus nigra 'Italica'
Grave sbrancamento
02
Populus nigra 'Italica'
Difetti strutturali come 1
03
Populus nigra 'Italica'
Difetti strutturali come 1
04
Liquidambar stiracyflua
Grave sbrancamento
05
Ulmus glabra
Grave sbrancamento
06
Acer negundo
Difetti strutturali
07
Acer negundo
Difetti strutturali
08
Liquidambar stiracyflua
Grave sbrancamento
09
Quercus robur 'Fastigiata'
Curvatura grave del tronco
10
Quercus robur 'Fastigiata'
Curvatura grave del tronco
11
Acer negundo
Grave sbrancamento
12
Liquidambar stiracyflua
Grave sbrancamento
13
Populus nigra 'Italica'
Difetti strutturali come 1
14
Acer negundo
Vecchio capitozzo irrecuperabile
15
Acer saccharinum
Fusto leader stroncato a ½ quota altri cormi incurvasti verso terra
16
Ulmus glabra
Difetti interni in quota
17
Liquidambar stiracyflua
Dominato deperito e clorotico
18
Populus nigra 'Italica'
Grave sbrancamento in epoca passata
 

 VIALE DALMAZIA
 
Tutte le alberature del viale, partendo dalla coppia di Prunus cerasifera in prossimità dell'ingresso all'autosilo per raggiungere il soggetto di olmo bicormico all'inizio della scarpata delle scuole Archinti, sono state rivalutate alla luce di quanto è successo, con particolare riferimento alla caduta del grosso olmo penetrato all'interno dell'area dell'Isola Carolina. Dal controllo sono emersi tre soggetti che sarebbe meglio abbattere senza ricorrere ad ulteriori controlli strumentali, sia perché le loro condizioni sono legate ad una vitalità in calo che a problemi di tipo fitostatico. Il primo soggetto è un piccolo faggio rosso fortemente degradato per i danni subiti al tempo dell'allargamento della sede stradale e con una zona cariata talmente ampia da interessare in profondità il tronco. In mancanza di una visibile produzione di legno di ferita attorno all'area decorticata, come invece accaduto su altri faggi in condizioni analoghe, si è deciso di inserire l'albero tra quelli da abbattere prima che possa verificarsi una rottura longitudinale lungo il tronco, facendo cadere la chioma sulla sede stradale dove è rivolta la parte decorticata del tronco. Il secondo soggetto è l'olmo rimasto in piedi a breve distanza da quello caduto, su cui si sono create condizioni di squilibrio della copertura vegetativa che hanno prodotto una variazione tale da non consentire il mantenimento dell'albero in condizioni di sicurezza accettabili. Oltretutto, questo soggetto presenta nella zona del colletto necrosi corticali abbastanza ampie e sviluppate lungo tutto il perimetro del colletto ed una chioma tutta sbilanciata in direzione della strada. L'ultimo soggetto è una quercia rossa di medie dimensioni il cui tronco si sta disidratando iniziando a comparire diffuse colonie di Schyzophyllum comune lungo il tronco. Osservando la chioma questa appare in fase regressiva. Rimane da valutare la sorte dell'ultimo olmo bicormico al termine del filare verso piazza 3 Agosto; se si intende mantenerlo, andrà consolidato tra i fusti altrimenti dovrà essere abbattuto.


Soggetti da abbattere lungo Viale Dalmazia

Codice
Genere e specie
Motivazioni
04
Fagus sylvatica f. purpurea
Grave carie longitudinale tronco
28
Ulmus glabra
Necrosi periferiche
42
Quercus rubra
Disidratazione legno - Schyzophyllum comune
 

 
PIOPPO PARCO VIA FASCETTI

Una volta liberato l'accesso al Parco, a distanza di qualche giorno dal verificarsi dell'evento atmosferico si è potuto apprezzare in tutta la sua ampiezza l'entità del danno subito dal grosso pioppo bianco monumentale. Osservando l'albero dall'esterno, l'unico danno visibile era la rottura di una grossa branca a mezz'altezza sul fusto A (quello rivolto verso l'area ex ABB), che sembrava essersi appoggiata sulle branche dell'altro fusto B (quello rivolto in direzione dei magazzini comunali). Una volta penetrati all'interno del parco, si è potuto invece valutare che l'entità del danno era molto più seria di quanto appariva dall'esterno per una serie di motivi. Innanzitutto, alla base del punto di biforcazione tra i due fusti si sono prodotte fessurazioni che ha interessato almeno il 60/70 per cento dello sviluppo del legno tra i due cormi principali. Il motivo però che ha preoccupato di più è stato il notare una fessurazione profonda sulla branca primaria sinistra, che si sviluppa alla prima importante biforcazione del fusto B, che tra i due è il maggiormente inclinato.
Questa fessurazione con uno sviluppo longitudinale di almeno 4 metri interessava la branca in maniera tale da non poter permettere di lasciare in piedi tutto quello che faceva parte della chioma al di sopra della fessurazione. Si è potuto altresì osservare che la branca non era appoggiata alle branche dell'altro tronco ma che era trattenuta a breve distanza da esso, essendosi appoggiata sui cavi di ancoraggio posizionati a suo tempo tra i due fusti, ponendoli in ulteriore trazione. Osservando quello che si è prodotto si può affermare che in questo caso i cavi hanno funzionato in maniera più che ottimale, evitando ulteriori danni all'albero e sicuramente anche alle strutture sottostanti il suo raggio di caduta. Si è deciso quindi di intervenire tempestivamente per risolvere la situazione di rischio, eliminando innanzitutto la branca strappata in appoggio e decidendo poi di procedere all'abbattimento perlomeno della grossa banca primaria fessurata.
L'operazione combinata dei Vigili del Fuoco interpellati dal tecnico comunale e coadiuvata da una grossa gru per mettere in sicurezza la branca strappata, bloccandola con una imbragatura durante le operazioni di taglio, ha permesso di eliminare il pericolo.
Purtroppo nelle operazioni di taglio è stato evidenziato che sulla forcella della branca primaria che avrebbe dovuto rimanere si era prodotta un'altra grave fessurazione, che interessava tutti e due i cormi sovrastanti. La posizione di questa fessurazione, trovandosi sulla parte interna della forcella, era completamente invisibile da terra.
Per questo motivo si è preferito decidere l'eliminazione completa del fusto B, venendo a mancare le più elementari condizioni di sicurezza per quanto riguardava la parte di albero che avrebbe dovuto rimanere. La rimozione delle due grosse branche che erano state fortemente intaccate dallo strappo nella branca appoggiatasi ai cavi, che (occorre ricordare) era perfettamente sana nel punto di divisione, ha creato un pericoloso assottigliamento della branca primaria che sorregge tutta questa parte della chioma. Questo rappresenta in situazioni analoghe un grave handicap, poiché non essendosi verificati parziali fenomeni di compartimentazione l'ampiezza del danno è sicuramente superiore rispetto alla rottura di una parte di chioma in corrispondenza di fenomeni di corteccia inclusa. Una volta eliminate queste due grossissime branche, l'esame del fusto A ha determinato una situazione di squilibrio strutturale che per essere sanata avrebbe dovuto richiedere l'asportazione di oltre il 70 per cento della chioma residua, soprattutto lavorando sulle parti terminali della stessa e privando la pianta di gran parte dell'apparato fogliare. Questo si sarebbe tradotto in uno stress elevatissimo sia il per il danno subito sia per l'asportazione del fusto, sia per il fatto che le riserve della pianta non potevano essere ricostituite, poiché questa avrebbe dovuto rifare in primo luogo tutto l'apparato vegetativo. L'ubicazione dell'albero e la sua forma particolare che, se da un lato poteva essere motivo d'orgoglio, sotto il profilo strutturale ha invece rappresentato un grave handicap nel momento in cui si è dovuto necessariamente eliminare una delle due parti con uno stravolgimento totale delle condizioni statiche, hanno reso inevitabili i provvedimenti assunti. Il tutto unito ad una grande incertezza su quale avrebbe potuto essere in futuro il comportamento del fusto residuo in altre situazioni analoghe.
Valutando accuratamente tutti questi fattori, non ultima la circostanza che la pianta si trova ubicata in un'area pubblica frequentata attivamente dai cittadini, si è preferito, sebbene a malincuore, procedere alla rimozione completa dell'esemplare.
Del grande pioppo bianco del parco di via Fascetti, esemplare monumentale incluso nel censimento dei più bei soggetti arborei della Provincia di Lodi, potrà essere mantenuta in loco la ceppaia, non solo per una testimonianza delle dimensioni, ma anche per favorire lo sviluppo di polloni che potranno nel tempo ricostituire un boschetto di pioppi bianchi oppure, operando una selezione sui soggetti dotati di migliori caratteristiche strutturali e di vigore più elevato, la ricostituzione del nuovo pioppo bianco del parco.
(08-08-2008)