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L'esecutivo di Anci lombardia esprime allarme per le misure previste dal Governo

 
L'ESECUTIVO DI ANCI LOMBARDIA ESPRIME CONTRARIETA' E ALLARME PER LE MISURE RELATIVE ALLA FINANZA LOCALE PREVISTE DAL GOVERNO

L'esecutivo di ANCI Lombardia esprime decisa contrarietà e straordinario allarme per le misure relative alla finanza locale previste dalla manovra nei decreto legge presentato dal governo.
Misure che sono insostenibili e all'antitesi rispetto alle esigenze di federalismo e di autonomia dei Comuni.

L'esecutivo di ANCI Lombardia dà mandato al Presidente di predisporre ogni iniziativa utile a far sì che si eserciti una forte pressione sul governo e sul Parlamento a partire da un nuovo incontro dei sindaci lombardi per manifestare tutta la delusione e la contrarietà dei sindaci fino al punto di dichiarare un vero e proprio stato di agitazione dei Comuni di fronte alle norme fin qui annunciate.
Chiede all'ANCI nazionale di promuovere ogni iniziativa e mobilitazione utile a far sentire la voce dei comuni italiani e per modificare norme che li penalizzano. Se ciò non avverrà chiediamo all'ANCI nazionale di promuovere forme di disobbedienza civile da parte dei sindaci.

Tutto questo si motiva dal fatto che innanzitutto è inaccettabile per i Comuni la non totale compensazione dell'ICI sulla prima casa.
Il governo aveva promesso che avrebbe compensato per intero ai comuni le mancate risorse dovute alla abolizione dell'ICI sulla prima casa. Oggi siamo invece in una situazione dove non solo non si corrisponde ai comuni a giugno il 50% del mancato introito ma anche la compensazione finale prevede una cifra inferiore (le stime parlano di circa 1 miliardo) rispetto a quanto i Comuni avrebbero percepito. Questo significa mettere in crisi i comuni, impedire lo svolgimento di servizi per i cittadini e di investimenti già decisi dai consigli comunali nei propri bilanci approvati.
Inoltre sembra intenzione del governo introdurre regole nei trasferimenti che cambierebbero le somme che ogni comune dovrebbe percepire cambiando le regole del gioco a gioco iniziato con il risultato di mettere in ginocchio diverse amministrazioni. Chiediamo che il governo mantenga per intero gli impegni assunti sulla compensazione integrale a tutti i comuni del mancato introito dell'ICI sulla prima casa e di assicurare che le compensazioni coprano la sua evoluzione naturale.

Per molti comuni lombardi vi è inoltre il mancato rimborso di somme notevoli dovute alla riclassificazione di stabili della categoria catastale D dovuti a nuove norme che riguardano i bilanci aziendali. Si tratta di una cifra notevole, circa 24 milioni di euro per la sola Lombardia. Chiediamo al governo di attivarsi perché siano superati gli intoppi burocratici che stanno provocando seri problemi ai comuni lombardi.

Nel Dpef è previsto che i comuni debbano concorre al pareggio del bilancio pubblico con 1,5 miliardi nel 2009, 2,1 miliardi nel 2010, 5,2 miliardi nel 2011. Cifre troppo alte, insostenibili,che colpiscono un comparto che in questi anni ha risparmiato migliorando mentre altri, Regioni e Stato aumentavano il debito, I Comuni sono i più vicini ai cittadini, svolgono servizi essenziali per cittadini ed imprese, investono in opere utili ad un ordinato sviluppo sociale. Proporre queste cifre significa mettere a rischio tutto questo. Nessuno chieda poi ai comuni servizi, investimenti, manutenzioni.
Condividiamo la proposta del governo di scrivere il patto di stabilità per il 2008 con regole che premino i comuni virtuosi, cioè i comuni che in questi anni hanno rispettato il patto di stabilità che in Lombardia sono la grande maggioranza. Riteniamo sia possibile trovare norme e meccanismi che non penalizzino eccessivamente alcun comune. Chiediamo che sia possibile utilizzare l'avanzo di amministrazione, che rappresenta le economie fatte dalla singola comunità, per investimenti svincolandolo dal patto di stabilità.

Esprimiamo contrarietà per le nuove norme sul personale che colpiscono soprattutto i piccoli comuni (oltre 1.100 in Lombardia), provocando il blocco delle assunzioni, aggravando così le difficoltà che hanno già vissuto in questi anni.
Questi provvedimenti sono contradditori rispetto a quanto più volte diversi ministri hanno assicurato annunciando confronti e condivisione dei provvedimenti che riguardano i Comuni.

L'annunciata riduzione attraverso un decreto legge di ridurre del 20% le indennità degli amministratori locali non risolve alcun problema e umilia quanti in questi anni hanno dedicato tempo e risorse all'impegno civico e amministrativo senza alcun rimborso faraonico. Altro che casta! Si cominci a tagliare dai vertici delle istituzioni nazionali e regionali. Chiediamo che questo provvedimento sia ritirato e si affrontino i veri sprechi ed inefficienze causati da un sovrapporsi di competenze e di responsabilità che rende difficile assumere una decisione ed applicarla da una parte e rende difficile e dispendioso il rapporto dei cittadini e delle imprese con la Pubblica amministrazione.

Chiediamo ai parlamentari lombardi di farsi portavoce di queste richieste dei Comuni lombardi.

ANCI Lombardia ritiene ancor di più necessario arrivare ad un federalismo fiscale che consideri i comuni come articolazione della Repubblica dotati di autonomia e di pari dignità istituzionale come recita il Titolo V della Costituzione.
Nei prossimi mesi ANCI Lombardia promuoverà incontri nelle province lombarde per confrontare le proposte che ha avanzato di riforma istituzionali e di federalismo fiscale e per raccogliere proposte e osservazioni.
(15-07-2008)