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Piena dell'Adda, il bilancio del Sindaco Uggetti

La piena dell'Adda dei giorni scorsi ha suscitato uno stato d'animo condiviso da tutta la città, che è stata partecipe delle preoccupazioni di chi era più esposto al rischio di un'esondazione del fiume, pronta a collaborare, in tante forme diverse, alla gestione di una situazione delicata, che ci ha messo tutti alla prova.
A mente fredda, possiamo provare a fare un primo bilancio dei momenti che abbiamo vissuto, perché si è trattato di un'esperienza che ci ha lasciato molte indicazioni importanti.

Innanzitutto, una disponibilità a fornire un contributo da parte di tutti tanto spontanea quanto efficace, perché inserita in un "sistema" capace di coordinare responsabilità delle istituzioni locali, competenze tecniche (Consorzio Muzza Bassa Lodigiana), professionalità dei servizi pubblici (Vigili del Fuoco, Forze dell'Ordine, Astem, Sal), generoso impegno dei volontari (Protezione Civile e Croce Rossa), uniti alla straordinaria maturità e sobrietà con cui i lodigiani hanno vissuto, senza strepiti né panico, un frangente difficile.
Si tratta di un valore assoluto, di cui dobbiamo essere grati, e che dobbiamo preservare e coltivare, in ogni contesto della nostra vita di comunità.
Un altro elemento fondamentale è stata la reattività a mettersi in moto (ed a farlo nella direzione giusta) della "macchina" della prevenzione, con scelte corrette e tempestive, guidate dalle indicazioni puntuali del Piano di Emergenza rivisto nel 2011, in una condizione che sommava tutti i possibili fattori negativi (grandi portate scaricate dall'Adda a monte di Lodi e dal Brembo, 10 giorni in cui è caduto quasi un terzo della pioggia di un intero anno, rogge e canali colmi, campi imbevuti e praticamente impermeabili).
Terzo elemento, l'efficacia delle opere di difesa e di regimazione realizzate in questi anni: abbassamento della briglia, senza cui i 2,36 metri raggiunti dall'Adda (la piena più imponente da quella record del 2002 e tra le prime dieci dal dopoguerra) sarebbero stati ben di più; nuovo argine destro a valle del ponte (che ha impedito l'esondazione nella parte di via Massena verso la tangenziale); nuovo argine sinistro a monte del ponte (che ha protetto gli insediamenti al di là della strada per Boffalora).
Non è un caso che le preoccupazioni e le misure di precauzione si siano concentrate su Piarda Ferrari, Capanno e Martinetta, dove manca l'unica opera non fatta direttamente dal Comune (nuovo argine destro a monte del ponte): il prossimo passo per una città ancora più sicura.

Simone Uggetti
Sindaco di Lodi


Ultima Modifica: 25/05/2022