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853° Anniversario di Fondazione della nuova Lodi

"Non sono certo molte le città al mondo che possono vantare di conoscere giorno, mese, anno e persino condizione meteorologica della loro nascita. Lodi è fra queste, ed ogni 3 agosto, nella ricorrenza della fondazione della città nuova, sorta sul Colle Eghezzone nel 1158 (era una domenica, soleggiata ma rinfrescata da un improvviso acquazzone, che venne accolto come segno beneaugurante) per volere dell'imperatore Federico I di Svevia detto il Barbarossa, tutti i lodigiani celebrano in cuor loro una data che segna concretamente, e non solo a livello simbolico, l'inizio di un percorso plurisecolare in cui la nostra comunità ha attraversato infinite vicende, mantenendo sempre forte il senso della sua identità".

Così il sindaco Lorenzo Guerini saluta l'853° anniversario di fondazione della nuova Lodi, dopo che i milanesi avevano distrutto nell'aprile di quello stesso 1158 l'antica Laus, odierna Lodi Vecchio.

"Nel 2008 - ricorda il primo cittadino - abbiamo vissuto con particolare coinvolgimento emotivo e grande partecipazione popolare le celebrazioni dell'850° anniversario: un traguardo importante, festeggiato con la giusta solennità ma soprattutto con la coesione di una comunità che ha saputo restare coesa e solidale, consapevole delle sue radici storiche così come animata dalla volontà di essere protagonista del suo presente ed artefice del suo futuro. Ma non meno significativo è il trasporto con cui i lodigiani vivono la data del 3 agosto di ogni anno, augurando alla loro città un "buon compleanno"".

"Ripensando alle vicende che segnarono la nascita della città nuova - prosegue il sindaco - non possiamo non soffermarci ancora oggi a sottolineare e a rendere omaggio al coraggio, alla determinazione ed all'amore per le proprie radici che i profughi di Laus dimostrarono, senza piegarsi ad un destino che appariva incontrovertibile. In fuga, di notte e sotto la pioggia, dalle loro case rase al suolo un lunedì di Pasqua, i nostri antenati avrebbero potuto disperdersi e confondersi nelle comunità che diedero loro prima accoglienza (come per esempio Pizzighettone); invece, cercarono tenacemente di restare uniti, per tornare ad affermare la loro specificità di lodigiani e dare un futuro non solo ai singoli e alle loro famiglie, ma, appunto, ad un'intera comunità, che rinacque e torno a prosperare. Il loro esempio resta valido e di grandissima attualità, e sprona tutti noi ancora oggi a dimostrare giorno per giorno amore per la nostra città".

(03-08-2011)


Ultima Modifica: 25/05/2022