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Nati sotto contraria stella

Un Romeo e Giulietta in cui i veri protagonisti non sono i personaggi dell'opera, ma settevecchi comici girovaghi, che si presentano al pubblico per interpretare la dolorosa storia dei giovani amanti di Verona. E' Nati sotto contraria stella, lo spettacolo in programma sabato 13 novembre presso il Teatro alle Vigne, evento di apertura della stagione di prosa 2010-2011 della sala comunale di via Cavour. I sette comici sanno bene che quella di Romeo e Giulietta è una storia che già tutti conoscono, ma sono intenzionati a raccontarla lo stesso, osservando il più autentico spirito elisabettiano: sono tutti uomini, infatti, e ognuno di loro interpreta più personaggi, anche quelli femminili.

Il fatto è che di pari passo con le buone intenzioni vanno le loro effettive capacità (o modalità) di stare in scena. Rivali e complici allo stesso tempo, da un lato si rubano le battute, dall'altro si aiutano come meglio possono. Convinti di essere dei bravi attori, non si rendono conto che, in realtà, quando sono in palcoscenico, non riescono neanche a dissimulare i loro rapporti personali, fatti di invidie, ripicche, alleanze, rappacificazioni. A volte, le intenzioni dei personaggi si confondono con le loro, provocando una serie di azioni e reazioni a catena che, in una dimensione meta-teatrale assolutamente involontaria, finiscono per massacrare la storia dell'esimio poeta.
Presi singolarmente, sembrano avanzi di teatro; messi insieme, formano una compagnia tragica, involontariamente comica, quindi doppiamente tragica. Ma loro non lo sanno! Forse qualcuno lo immagina, ma preferisce non approfondire. Succede un miracolo però: nonostante tutto, la storia di Romeo e Giulietta vince su ogni cosa. In un modo o nell'altro, questi comici riescono a raccontare la storia dei due giovani amanti; anche se a farlo sono degli uomini che "giovani" non lo sono più da tanto tempo.
E in un modo o nell'altro riescono pure a far commuovere! Forse perché dalla loro goffaggine traspare una verità che insinua un forte dubbio: quello che, in questa storia, più di chiunque altro, sono proprio loro quelli ... nati sotto contraria stella.
 
Nel teatro elisabettiano, quando un drammaturgo metteva mano a un testo, non si poneva l'obiettivo di scrivere un'opera letteraria. Suo compito era quello di fornire gli attori di elementi strutturali e verbali necessari per poter "raccontare" una storia, e far sì che chi l'ascoltava, si sentisse partecipe. Spesso si limitava a trascrivere per la scena un poema già esistente, il più delle volte, conosciuto anche dal pubblico.
Raramente gli autori facevano pubblicare i loro scritti; Shakespeare non lo fece mai. La maggior parte delle sue opere vennero stampate molti anni dopo essere andate in scena. Erano pubblicazioni che non si basavano su manoscritti dell'autore, ma su semplici ricostruzioni mnemoniche, ad opera di alcuni attori che avevano preso parte alle prime rappresentazioni; o di editori, che vi avevano assistito. Di una stessa opera, potevano essere stampate versioni diverse, ridotte ai suoi momenti memorabili, con molte imprecisioni, ripetizioni od omissioni di frasi intere, confusioni nella designazione della battuta e altro ancora. Quindi le opere di Shakespeare che noi oggi leggiamo, in realtà non sono altro che ricostruzioni congetturali di quelle che il singolo curatore ritiene di volta in volta siano state le intenzioni dell'autore nello scrivere il testo.
Punti cardini di quel teatro elisabettiano erano il gioco, la metafora e il travestimento. Le compagnie erano composte da dieci, dodici attori, più qualche avventizio che fungeva da comparsa. Poiché in uno spettacolo potevano esserci anche una quarantina di personaggi, era diffusa la pratica del doubling, che consisteva nell'affidare diverse parti ad uno stesso attore. Questa pratica era stata presa in prestito direttamente dai moralities e dagli interludes del Cinquecento, in cui opere con quindici, venti personaggi, venivano interpretate da piccoli gruppi girovaghi che non comprendevano mai più di cinque o sei attori. Ed è proprio da qui che parte il lavoro di "riscrittura" di Romeo e Giuletta realizzato sotto la regia di Leo Muscato.
(11-10-2010)
 

 
gli attori in scenagli attori in scena