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Enrico Deaglio a Conversazioni d'autore

Un lungo viaggio cominciato quasi trent'anni fa. La prima immagine viene da Palermo: un altoparlante fissato al tettuccio di una piccola Fiat 127 che diffonde l'Inno alla Gioia di Beethoven e i braccianti che si scoprono il capo di fronte alla bara. Erano gli epici funerali del comunista Pio La Torre, ucciso dalla mafia. Poi vennero Dalla Chiesa, Buscetta, Falcone, Riina, Provenzano, Borsellino, Andreotti, la più spaventosa catena di bombe e delitti che un paese d'Europa abbia conosciuto dopo la fine della seconda guerra mondiale. Era il "raccolto rosso": la mietitura con sangue. I tempi in cui sembrava che stesse per venire giù tutto, ma anche che avremmo potuto vincere e liberarci di Cosa Nostra.
Con "Il raccolto rosso 1982-2010. Cronaca di una guerra di mafia e delle sue tristissime conseguenze", Enrico Deaglio (ospite venerdì 5 novembre della rassegna Conversazioni d'Autore: ore 21.00, Sala Carlo Rivolta del Teatro alle Vigne) ha ripreso il viaggio da dovelo lasciò nel lontano 1993, per raccontare il più imprevisto secondo tempo del film.
Un lungo inganno perpetrato ai nostri danni, la trattativa segreta tra i vertici dello Stato e quelli della mafia, la seconda Repubblica nata nel sangue e sugli schermi della televisione. Qui compaiono attori che nel primo tempo non si erano visti sulla scena: Ciancimino jr., Berlusconi, Dell'Utri, Gardini, Mangano, gli enigmatici fratelli Graviano e il loro killer di fiducia Gaspare Spatuzza. Misteri, trattative, soldi che hanno accompagnato l'ascesa economica e politica del crimine: ovvero le tristissime conseguenze di una lontana guerra di mafia. Questa è una storia d'Italia che era destinata a rimanere sconosciuta.

Enrico Deraglio (Torino, 1947) si è laureato in medicina nel 1971 e ha iniziato a lavorare come medico presso l'ospedale Mauriziano Umberto I di Torino. A metà degli anni '70 ha iniziato l'attività giornalistica a Roma, presso il quotidiano Lotta
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, di cui è stato direttore dal 1977 al 1982. Successivamente ha lavorato in numerose testate, tra cui La Stampa, il manifesto, Epoca, Panorama, l'Unità La Stampa, il manifesto, Epoca, Panorama, l'Unità.
È stato direttore del quotidiano Reporter tra l'85 e l'86 e collaboratore del quotidiano La Stampa di Torino. Alla fine degli anni '80 comincia a lavorare come giornalista televisivoper Mixer: segue in particolare le vicende della mafia in Sicilia e viene inviato perprogrammi di inchiesta in vari Paesi. Negli anni '90 conduce vari programmi d'inchiesta
giornalistica di attualità su Raitre, tra cui: Milano, Italia (gennaio-giugno '94), Ragazzi del'99 (1999), Così va il mondo, Vento del Nord e L'Elmo di Scipio.
Dal 1997 al 2008 ha diretto il settimanale Diario. Oltre ad alcune opere di narrativa, ha pubblicato vari libri-inchiesta tra cui La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca da cui è stato tratto un film tv.
(29-10-2010)
 

 
la copertina del libroenrico deaglio