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Il ponte tra Oriente e Occidente dei Rapsodjia Troupe

Dalla musica yiddish a melodie gitane, da Oriente a Occidente: lungo queste coordinate sonore e geografiche si muove dal 1993 il progetto musicale Rhapsodija, nato con la formula del Trio nel 1993 per iniziativa di Maurizio Dehò (violino) e Gian Pietro Marazza (fisarmonica), entrambi assidui partner artistici di Moni Ovadia, ai quali si è affiancato nel 1998 Luigi Maione (chitarre e oud), per poi evolversi recentemente in un quartetto, il Rapsodjia Troupe, sempre con Dehò e Maione e con l'ingresso in formazione di Nadio Marenco alla fisarmonica e Luca Garlaschelli al contrabbasso.
E' con questo assetto che il Rapsodjia Troupe si esibirà in concerto venerdì 30 luglio in piazza della Vittoria (inizio ore 21.15), secondo appuntamento del ciclo Musiche dal Mondo, nell'ambito della rassegna di eventi estivi Lodi al Sole. Con alle spalle sei CD, oltre a una lunga serie di collaborazioni teatrali, cinematografiche (soprattutto con Silvio Soldini) e nel campo della danza, il Rhapsodija si pone come ponte ideale fra culture apparentemente lontane fra loro, amalgamate con quella sensibilità interpretativa che si traduce in un chiaro, limpido messaggio di pace e fratellanza fra popoli antichi e moderni.
Nato all'interno della Theaterorchestra di Moni Ovadia, il gruppo ha saputo sviluppare, soprattutto attorno alla personalità eclettica di Dehò, un proprio progetto etnico, ottenendo un clamoroso successo di pubblico e critica. Collaborazioni con "mostri sacri" dello spettacolo, da Joe Zawinul a Giorgio Strehler, passaggi televisivi per le più importanti emittenti, concerti in Italia, dalla Permanente di Milano alla Biennale di Venezia, Europa, Americhe, costituiscono il biglietto da visita di questi quattro personaggi che hanno saputo perfettamente integrare il loro diversificato bagaglio di esperienze.
Le sonorità del Rapsodjia Troupe sono inconfondibili, compatte e vigorose, frutto di una sapiente combinazione di ricerca stilistica ed effetti elettronici. Tangheade argentine e musiche klezmer del ghetto di Varsavia, melodie gitane e musica
colta si miscelano nei loro concerti, sino ad arrivare alla musica minimale, alle atmosfere ora rarefatte ora incandescenti di alcune composizioni e alla filologica ricostruzione di ritmi, suggestioni e danze dall'area mediterranea.
 
Maurizio Dehò
Dopo studi classici e di composizione, negli anni '70 entra nel Gruppo Folk Internazionale. Collabora con diversi musicisti e cantanti popolari, tra cui Hana Roth, grande interprete della cultura ebraica est-europea. Compone ed esegue le musiche per Le mille e una notte, opera teatrale per la regia di Gabriele Salvatores. Approfondisce la scuola violinistica tzigana a Budapest e studia tecniche di violino indù e raga alla Benares Hindu University (India). Nel 1986 riprende la collaborazione con Moni Ovadia e quella con il CRT Artificio e il Piccolo Teatro di Milano. Compone musiche di scena per diversi spettacoli, che esegue anche dal vivo. Negli anni '80 partecipa all'esperienza della Democratic Orchestra di Milano, la prima formazione italiana di musica d'avanguardia. Collabora con ricercatori di musica tradizionale e cantautori come Luigi Maione, Claudio
Sanfilippo, Ivan Della Mea, il gruppo pop Madreblu, il trombettista Mario Fragiacomo, i compositori Carlo Boccadoro, Alessandro Nidi e molti altri. All'attività concertistica affianca una vivace attività didattica. Partecipa come ospite solista all'edizione '99 della Notte della Taranta, diretta da Piero Milesi, e a quella 2000, nel concerto finale diretto da Joe Zawinul,
con Manolo Badrera, Richard Bona, Lelo Nika e l'Orchestra della Notte della Taranta. La vicenda musicale degli ultimi anni è soprattutto legata al gruppo Rhapsodija Trio, fondato nel 1993 insieme al fisarmonicista Pietro Marazza e al chitarrista Luigi Maione. Il loro ultimo album è Poetical Roentgen Kabinet (2008).
(29/07/2010)

 

Il Gruppo dei Rapsodjia