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Francesco Forgione ospite di Conversazione d'autore

"...non è che la globalizzazione si susieru (si sono alzati, ndr) gli americani 'na matina e la ficiru... e gli altri stanno a taliari (guardare, ndr)... la globalizzazione puru l'avutri la guardano, signor Procuratore, e si scambiano le cortesie nell'ambito imprenditoriale... perché altrettanto quando noi parliamo di pacchetti azionari... ci sunnu puru in Germania e in Belgio e vui trovati dei gruppi che 'un sunnu chiù quelli di una volta, gli emigrati con la cosiddetta valigetta di cartone... no... chisti sunnu cu a valigetta, ma cu a ventiquattrore piena di dollari..."
(Interrogatorio in carcere del pentito Antonino Giuffrè, Milano, 27 novembre 2002)

Qual è il confine fra economia pulita e criminale? Di cosa parliamo quando ci riferiamo alle mafie italiane nel mondo? E fin dove sono arrivate? A tali interrogativi, Francesco Forgione risponde raccontando i principali progetti di "colonizzazione" economica mafiosa, chi li ha portati avanti e come sono andati a finire. E grazie alla mappatura completa della dislocazione globale delle "famiglie", fotografa lo stato attuale della "globalizzazione occulta" delle tre mafie italiane: uno strumento unico per capire le dimensioni di quella "economia canaglia" che intossica il mondo, più di quanto possiamo immaginare. Forgione sarà ospite giovedì 1 luglio (ore 21.15, chiostro del Liceo Verri di via San Francesco) di uno degli appuntamenti del ciclo di incontri Conversazioni d'autore, nell'ambito della rassegna di eventi estivi Lodi al Sole, per presentare il suo libro Mafia Export.

Quasi ogni giorno, giornali e tv danno notizia di operazioni antimafia con arresti in diversi Paesi. Brevi servizi che non lasciano traccia nell'opinione pubblica, assuefatta e indifferente. In fondo, si pensa, sono storie che non toccano la nostra vita. Eppure, se si raccontasse che dietro queste operazioni c'è una realtà in cui narcotrafficanti della 'ndrangheta movimentano tonnellate di cocaina dal Sud America e comprano mercantili come fossero auto usate; che mafiosi condannati in Italia e ricercati vivono come imprenditori "coccolati" in Sudafrica; che la camorra ha creato una multinazionale del falso di marchi prestigiosi con filiali in tutto il mondo; che in Germania il traffico di droga degli ultimi vent'anni è passato per le pizzerie calabresi; che la Spagna è terra di conquista per i boss nostrani, che ne cementificano le coste e le usano come approdi per le loro partite di droga. Di fronte a questo scenario - in cui il fatturato annuo di 'ndrangheta, Cosa Nostra e camorra, circa 130 miliardi di euro, è superiore al Pil di tre piccoli Stati europei, e quasi il 10 per cento della popolazione attiva nel Mezzogiorno lavora nella "industria mafiosa" - si resta sgomenti.

Francesco Forgione, 49 anni, calabrese, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia dal novembre 2006 allo scioglimento anticipato delle Camere nel febbraio 2008. Dal 1996, per due legislature, è stato deputato e capogruppo parlamentare di Rifondazione Comunista all'Assemblea regionale siciliana, e componente della Commissione regionale antimafia e della Commissione per la trasparenza nella pubblica amministrazione. E' stato responsabile nazionale per i problemi del Mezzogiorno e per la lotta alla mafia del Prc. Da settembre 2008 insegna storia e sociologia delle organizzazioni criminali all'Università degli Studi de L'Aquila. Giornalista, ha pubblicato, con Paolo Mondani, Oltre la Cupola. Massoneria, mafia e politica (1994), Amici come prima. Storie di mafia e politica nella Seconda Repubblica (2004) e, per Bcde, 'Ndrangheta. Boss, luoghi e affari della mafia più potente al mondo. La relazione della Commissione Parlamentare Antimafia (2008), tradotto in diversi Paesi.

(29-06-2010)
 

 
foto dello scrittore F. Forgionecopertina del libro Mafia Export