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Lodi di Pace. Il punto sul Festival che si è tenuto dall'11 aprile al 21 aprile 2023

Era il 9 aprile del 1454. Presso la residenza del duca milanese Francesco Sforza, la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano firmano la pace che mette fine allo scontro tra le due città, un lungo e cruento conflitto che durava dall’inizio del Quattrocento. A partire dalla firma del trattato, ratificato anche dagli altri principali stati regionali, la penisola ebbe modo di conoscere decenni di pace e stabilità. E l’incontro per la stipula dell’accordo fu ospitato dalla nostra città. Un avvenimento epocale, mai dimenticato nei secoli, che ancora oggi permette a Lodi di fregiarsi a pieno titolo di una veste storica rilevante. 

Anche all’insegna di questo ruolo significativo e per celebrare lo spirito di una comunità contraddistinta da una spiccata attitudine alla pace, tanto auspicata nell’età contemporanea e in particolare ai nostri giorni, il Comune di Lodi ha proposto una rassegna che già dal titolo esprime il senso profondo da cui è animata: “LODI di PACE dal 1454”.

L’inedita rassegna promossa e organizzata dal Comune di Lodi è iniziata lunedì 11 aprile e si è copnclusa venerdì 21 e alla realizzazione hanno lavorato in sinergia gli Assessorati alla Cultura, Partecipazione, Welfare e Istruzione dell’Amministrazione comunale presieduta dal Sindaco Andrea Furegato, che hanno sviluppato una proposta diversificata, diffusa e partecipata, coinvolgendo in funzione di supporto sigle istituzionali, associative e di rappresentanza, confezionando un ricco programma particolarmente apprezzato dal pubblico.

Lo conferma Mariarosa Devecchi, Assessora alla Partecipazione, che ha seguito da vicino tutte le tappe della scaletta, per un totale di tredici appuntamenti: “Abbiamo riscontrato un successo davvero ampio, contornato da molto entusiasmo e una grande volontà di partecipazione. L’adesione ai diversi momenti di intrattenimento, e informazione, approfondimento e divulgazione è stata oltre le aspettative, sempre significativa nei numeri per ogni evento programmato. In media sono state oltre 200 le persone presenti nelle diverse occasioni. Una risposta davvero significativa da parte della città che ci spinge a considerare del tutto positiva questa prima esperienza, senz’altro da ripetere. Terminata l’ultima rappresentazione abbiamo già iniziato a muoverci per costruire l’edizione del 2024” spiega l’Assessora alla Partecipazione. 

“Parlare di pace non è mai inutile - aggiunge ancora Mariarosa Devecchi -, anzi, come è stato detto a più voci, richiede coraggio, pazienza, sospensione del giudizio, ascolto e pratica quotidiana. Noi ci abbiamo provato, abbiamo trovato sulla nostra strada persone ed enti che si sono messi a disposizione con la loro competenza e sensibilità. Non sono mancati riferimenti storici alla città e a cittadini lodigiani che hanno scritto e praticato la Resistenza non violenta come Don Leandro Rossi o Ercole Ongaro. A nome di tutta l’Amministrazione voglio ringraziare le tante persone che hanno trovato il tempo e la voglia di incontrarsi; l’Ufficio Cultura del Comune per le energie dedicate a questa rassegna, in particolare Lena Chiodaroli, Giorgia Giordano e Lorella Gesi. Ringrazio tutti i protagonisti dei numerosi eventi e cercando di non dimenticare nessuno esprimo un ulteriore grazie a tutte le realtà che hanno messo a disposizione della città risorse e tempo: Meic; Il Pellicano; Memosis; Acli Provinciali; Toponomastica femminile; Provincia di Lodi; CSV Lombardia Sud; Fondazione Comunitaria; Fondazione Banca Popolare; Famiglia Nuova; Istituto Buddista Soka Gakkai; Comunità di Sant’Egidio; La Cittadella della Pace di Rondine; Fondazione Cosway; Associazione Blu; Rotary Club Lodi; Wasken Boys; Progetto Pretesto, di Voce in Voce; la rete di Lodi Solidale”. 

Le presenze totali  a LODI di PACE sono oltre quota 2.000 - cifra parecchio lontana dalle previsioni della vigilia, molto più caute rispetto a quanto si è poi verificato - e tenendo conto delle possibili sovrapposizioni le singole persone che sono intervenute nelle diverse giornate sono state più di 1.500. Quattro, in particolare - tra tutte quelle andate in scena -, le proposte più seguite, a partire da quella d’esordio, con il giornalista Daniele Bellocchio che ha affrontato il tema “Afghanistan, il paese che odia le donne”, seguita dall’intervento di Daniele Novara, pedagogista di fama, autore poliedrico, formatore e docente del Master in Formazione Interculturale presso l’Università Cattolica di Milano, che ha approfondito l’argomento della conflittualità e del suo significato, anche in chiave interpretativa. E ancora, altre due performance molto apprezzate e seguite sono state quella di Jacopo Veneziani, storico dell’arte e divulgatore, con la proposta dal titolo “Dagli scultori dell’Antica Roma agli street artist dei nostri giorni”, e poi “L’incontro e la relazione per svelare l’inganno del nemico”, evento dedicato al triennio della scuola secondaria superiore, che ha visto intervenire alcuni protagonisti della realtà Rondine la Cittadella della pace, un’organizzazione che si impegna per la riduzione dei conflitti armati nel mondo e la diffusione della propria metodologia per la trasformazione creativa del conflitto in ogni contesto. E proprio questo è stato il momento che ha avuto il picco di pubblico, con il maggior numero di presenze.

Aggiunge Francesco Milanesi, Assessore agli Eventi e Attività Culturali: “Siamo partiti da un approccio in grado di rivolgersi a un’ampia gamma di interpretazioni e letture del tema della pace. L’evento che ha debuttato quest’anno ambisce a crescere, con l’obiettivo di affiancare alla dimensione storico-rievocativa una serie di occasioni di incontro per riflettere sul tema della pace oggi, alla luce di quanto avviene nel mondo e nelle diverse accezioni: pace e giustizia sociale, pace e rispetto dell’ambiente, pace e condivisione. In occasione dell’anniversario della Pace di Lodi, datata 1454, avvenimento storico importantissimo sia per Lodi che per il Paese intero, questo tema, delicato e sempre attuale, è stato affrontato con linguaggi diversi nella convinzione sia sempre necessario parlare, anche attraverso codici differenti. La tematica interroga tutte e tutti, in ogni ambito, ed è per questo che abbiamo ritenuto essenziale rivolgerci a target diversificati, dai bambini e bambine ai ragazzi e alle ragazze delle scuole superiori, dagli educatori ed educatrici alle famiglie. Ora faremo un consuntivo dettagliato e inizieremo a operare per dare seguito l’anno prossimo a questa rassegna che può evolversi moltissimo e svilupparsi in molteplici direzioni”, conclude Francesco Milanesi.

L’originale avvenimento ha coinvolto varie sedi cittadine chiamate a ospitare gli appuntamenti della rassegna: l’Aula Magna del Liceo “Verri”, in Via San Francesco; Piazza Broletto e poi il Teatro alle Vigne di Via Cavour, insieme alla collegata Sala Rivolta; la Biblioteca Laudense, in Via Solferino, e ancora la Sala dei Comuni della Provincia di Lodi, con accesso da Via Fanfulla. Ulteriore elemento propositivo all’interno della manifestazione è l’allestimento di una mostra - presso la Biblioteca Laudense - dedicata alle figure femminili che nel tempo si sono distinte come figure rilevanti nell’ambito del premio Nobel.